Un fascicolo per istigazione al suicidio e il sequestro di diario e telefono cellulare. Sono i primi passi dell’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce sulla morte di Julie, la studentessa francese di 21 anni che si è tolta la vita nell’appartamento che l’Università del Salento le aveva messo a disposizione in città.
La giovane, iscritta al corso di laurea in Filosofia, si trovava a Lecce da circa un mese nell’ambito del programma Erasmus. Eccellente negli studi, tanto da ottenere una borsa di studio e la possibilità di frequentare un programma di scambio che le avrebbe permesso di conseguire un doppio titolo accademico, Julie è stata trovata impiccata nella sua camera da letto dal coinquilino, che ha dato l’allarme intorno alle 20 di martedì.
Le indagini, coordinate dal pm Maria Rosaria Petrolo, puntano ora a fare luce sulle cause del tragico gesto. L’autopsia, inizialmente fissata per oggi, è slittata per questioni legate alle notifiche, ma dai primi riscontri la morte sarebbe avvenuta per soffocamento: attorno al collo della ragazza è stato rinvenuto il laccio di una scarpa, legato all’armadio. Gli investigatori hanno posto sotto sequestro anche il certificato medico dell’ospedale Vito Fazzi, dove Julie si era presentata il 19 ottobre riferendo di aver subito un abuso sessuale da parte di un ragazzo del posto, forse del Brindisino. L’episodio di violenza sessuale, che la giovane non aveva formalmente denunciato, è uno degli aspetti su cui si concentrano le indagini, anche attraverso l’analisi dei messaggi presenti sul telefonino della vittima.
La polizia ha già ascoltato il coinquilino che per primo ha rinvenuto il cadavere e alcuni vicini di casa, i quali hanno riferito di non aver udito alcunché di anomalo nell’appartamento prima della tragica scoperta. Anche l’Università del Salento sta collaborando con gli investigatori, per quanto possibile, al fine di fare luce sui contorni della vicenda. Il rettore Fabio Pollice è in contatto con il Questore per fornire il supporto necessario agli accertamenti. Sono stati ascoltati anche alcuni colleghi di corso e amici di Julie, che però si trovava a Lecce solo da un mese ed evidentemente non aveva ancora allacciato legami profondi. La ragazza viene descritta come timida e riservata. In pochi l’avevano incrociata in Università. L’appartamento che l’Ateneo le aveva messo a disposizione si trova in una zona molto frequentata da studenti, sopra un noto locale della movida leccese. Un contesto vivace, popolato soprattutto nel periodo invernale da molti fuorisede.
Il Comitato Universitario Regionale delle Università pugliesi ha espresso profondo sconcerto per l’accaduto, manifestando vicinanza all’UniSalento. La morte di Julie viene vista come l’ennesimo campanello d’allarme sulla necessità di sostenere ragazze e ragazzi nel loro percorso, dando loro fiducia nel futuro. Una tragedia che rappresenta una sconfitta per l’intero sistema formativo, con una responsabilità collettiva da parte di tutti. Oggi le bandiere degli Atenei pugliesi vengono tenute a mezz’asta in segno di lutto.
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