Ornella Vanoni: “Per solitudine gettavo via il denaro”

di Alice Marchese


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Ornella Vanoni, celebre artista italiana, si racconta. “Sono stata una ragazza inventata. Inventata dagli altri. Di mio avrei voluto fare l’estetista, niente di più. Avevo l’acne e avrei voluto curare la pelle, la mia e quella degli altri”. Lo ha detto ieri a Concita De Gregorio.

Ornella Vanoni: “I soldi li ho persi tutti”

“Ero andata a studiare Lingue in Inghilterra, in Svizzera, in Francia e quando tornai a Milano non sapevo che cosa fare. Fu un’amica di mia madre a lanciare l’idea: “Hai una bella voce, perché non fai l’attrice?”. Mi iscrissi alla scuola di recitazione del Piccolo”.

Non è milionaria. È stata la stessa cantante a dichiararlo in un’intervista concessa al Corriere della Sera. “I soldi li ho sempre persi tutti. Un po’ perché mi fregavano: a fine tournée talora mi davano solo una parte di quel che mi spettava; sapevano che non avrei controllato. E un po’ per un senso di solitudine. Ero sempre da sola nelle mie scelte; e gettavo via il denaro. Compravo una casa, la arredavo, poi vedevo che nessuno veniva a trovarmi, neppure mio figlio, e la rivendevo, magari a metà prezzo”.

Ornella Vanoni e Gino Paoli

Ornella Vanoni ha poi ricordato la lunga storia d’amore con Gino Paoli: “Gino non aveva i soldi neanche per il biglietto del tram; così andavamo sempre a piedi, io gli trotterellavo dietro con i tacchi a spillo, sfinita. Fino a quando, appoggiati a un muretto, gli chiesi: “Ma tu sei fro*io?”. Rispose: “No, perché?”. E io: “Mi avevano detto così”. E lui: “A me invece hanno detto che tu sei lesbica, canti male e porti male…”. Siamo scoppiati a ridere. E ci siamo dati il primo bacio. Ora lui mi dice: “Ornella, ti ricordi le risate?”. Ma quali risate, io soffrivo da morire. Sposai Ardenzi, ma ero ancora innamorata di Gino”.

Ornella Vanoni ricorda Giorgio Strehler

“Nessun uomo mi ha mai amata tanto quanto Strehler. Era sposato, ma non importava: sposarmi non è mai stata la mia ambizione. Frequentavo i corsi al Piccolo Teatro. L’insegnante di danza era sua moglie, da cui era già separato. Mi detestava: aveva capito al volo che sarei piaciuta al marito. Con lui finì perché non potevo seguirlo nella droga e negli altri suoi vizi. Giorgio era circondato da donne in adorazione; non si capacitava che una potesse dirle di no. Ma io lo adoravo quando lui, un genio, era sul palco. Nella vita lo amavo come si ama un uomo. E delle altre non me ne fregava niente”.

Quando la Vanoni sentii Il cielo in una stanza

“Sentii Gino Paoli nella casa discografica suonare ‘Il cielo in una stanza’. Chiesi chi fosse, mi risposero: ‘Un frocio che fa canzoni orrende’. Strano, mi dissi: suonava maluccio, ma la canzone mi era parsa stupenda. Così cominciai a frequentarlo. Facevamo lunghe passeggiate. Gino non aveva i soldi neanche per il biglietto del tram; così andavamo sempre a piedi, io gli trotterellavo dietro con i tacchi a spillo, sfinita. Fino a quando, appoggiati a un muretto, gli chiesi: ‘Ma tu sei frocio?’. Rispose: ‘No, perché?’. E io: ‘Mi avevano detto così’. E lui: ‘A me invece hanno detto che tu sei lesbica, canti male e porti male’. Siamo scoppiati a ridere. E ci siamo dati il primo bacio. Quelle maldicenze perché eravamo diversi. Ma Gino ne era felice: ‘Io li lascio dire, e poi gli scopo le mogli’. Di lui ero gelosissima. Sposato, sempre in giro. Uscivamo di casa ognuno con una borsa di gettoni e stavamo ore al telefono. Ora lui mi dice: ‘Ornella, ti ricordi le risate?’. Ma quali risate, io soffrivo da morire. Sposai Ardenzi, ma ero ancora innamorata di Gino”.

“La gravidanza il periodo più bello della mia vita”

“La gravidanza è stata il periodo più bello della vita. Perché è l’unico momento in cui non sei sola. In cui si è davvero in due. Con gli uomini mi è successo nei momenti di eros. Quando lo faresti in un portone, divoreresti la persona amata di baci, la mangeresti, vorresti infilartela dentro, essere un tutt’uno. Ora vivo sola da 25 anni. Per scelta. Sono rimasta terribilmente delusa da un uomo. Colpa mia: mi sono ostinata a cambiarlo; ma gli uomini non cambiano, se non in peggio”.

Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Correlati Categoria