Educare un cucciolo a stare in casa: se resta da solo, che cosa combina?

di francesca


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Un ultimo aspetto da non trascurare, sin dall’inizio, è di creare i presupposti e iniziare il percorso per abituare il cucciolo a stare da solo. L’obiettivo è di mettere il cucciolo in una condizione per cui possa vivere uno stato di tranquillità ed equilibrio emotivo anche in nostra assenza, gestendosi in maniera autonoma. Ciò deve avvenire con un’estrema gradualità impegnandosi a evitare, per eccesso di rigidità o errori di valutazione delle tempistiche, di metterlo in una condizione emotiva di ansia ingestibile, che trova una risposta sostitutiva in comportamenti decisamente problematici:

  • abbai e ululati
  • distruttività
  • volontaria espletazione dei bisogni (come conseguenza di uno stato di agitazione che ne impedisce il controllo o come conseguenza di nervosismo e conseguenti comportamenti che sollecitano l’evacuazione).

Inoltre dobbiamo considerare che, nonostante il sonno rappresenti il 70% dell’occupazione del cucciolo, questo non avviene in maniera continuativa ed è impensabile imporre al cucciolo periodi troppo estesi di mancanza di possibilità relazionali. Pertanto, se non saremo in grado, a causa dei nostri impegni, di poter spezzare i periodi di “solitudine” dovremo considerare di avvalerci della collaborazione di un sitter il quale dovrà essere preparato a livello professionale, affinché la sua mansione risulti efficace nell’ottimizzare i tempi in termini di attività motivazionali coinvolgenti e gratificanti anche se impegnative.

A livello pratico, la prima cosa di cui dovremo convincere il cucciolo è che all’allontanamento e magari temporanea scomparsa dei proprietari corrisponderà sempre un loro ritorno, che alla chiusura di una porta significa implicitamente, ma sicuramente, una prossima riapertura.

Purtroppo la tendenza è quella di organizzare l’arrivo del cucciolo durante il week-end o in coincidenza di un periodo di vacanza, per praticare una full immersion sul cucciolo rendendolo oggetto di attenzioni esagerate. Di fatto si rischia che da un giorno all’altro il cucciolo si trovi veramente nella condizione di essere lasciato da solo del tutto impreparato.

E’ opportuno, invece, anche in nostra presenza, garantire al cucciolo una buona dose di autonomia nel fare delle cose, magari nell’ambito della motivazione ludica – kong o strumenti concettualmente affini – o in quella alimentare, senza necessariamente richiedere la nostra stretta presenza fisicamente in modo da gestire determinate situazioni in maniera indipendente da noi.

Questo contribuirà all’acquisizione di una maggiore dose di autostima di cui potrà avvalersi nei momenti di difficoltà quando si troverà solo. In questi termini si rende necessario  rispettare i suoi tempi, per esempio garantendogli la possibilità di momenti di riposo o di gestione autonoma del proprio tempo.

Michele Raffaelli.
Dottore in Scienze del Comportamento Animale.
Educatore Cinofilo e Consulente Comportamentale.
Responsabile Education PetPRO.
www.petpro.it

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