Giusy Buscemi l’ex Miss Italia 2012, interprete di tante fiction, ha “debuttato” ufficialmente nel suo primo ruolo da protagonista assoluta lo scorso 27 marzo su Canale 5 con la serie “Vanina – Un vicequestore a Catania”, in quattro puntate dirette da Davide Marengo..
In una recente intervista l’attrice ha definito il personaggio di Vanina da lei interpretato nella nuova serie di Canale 5 come “Una donna tosta con un passato doloroso e la paura di amare”. Ma c’è di più. Vanina (Giusy) è riuscita a portare una ventata di freschezza e novità al genere poliziesco (come già aveva fatto Luisa Ranieri in Lolita Lo Bosco ) sdrammatizzando il ruolo e uscendo fuori da alcuni stereotipi rendendo il suo personaggio umano e facilmente riconoscibile nella “sbirra della porta accanto”.
“Mi piace dire che è la sbirra della porta accanto, ha 35 anni, è cresciuta a Palermo, dove lavorava per l’Antimafia, e si è trasferita a Catania, che è un altro mondo. Da un lato cerca di vivere la sua leggerezza, aiutata dagli amici, dall’altro fugge da un passato irrisolto. Passa dall’allegria alla malinconia. È istintiva e immediata, al contrario di me che per rispondere a una domanda ci penso mille volte” ha detto la Buscemi raccontando la “sua” Vanina.
Guardando la serie ci si accorge che Vanina ha delle caratteristiche specifiche del proprio carattere. A cominciare dal suo rapporto con il cibo (che lei non mangia ma fagocita); a questo si aggiunge l’ironia, a volte pesante, che usa anche con la sua squadra e, in ultimo, il distacco dalle persone che interroga. Appare, infatti, sempre un pò distante dalle loro vicende per non rivivere la sua dolorosa storia personale”.
A segnare la vita di Vanina è stata la morte del padre poliziotto, ucciso dalla mafia proprio davanti ai suoi occhi quando era ancora adolescente. Questo lutto ha creato in lei una ” voragine interiore, tristezza e durezza è questa enorme sofferenza che non ha colmato e che le dà una sensazione di solitudine” ha raccontato l’ex Miss Italia.
Il personaggio di Vanina è stato “costruito” da Giusy insieme al coach Alessandro Prete, con cui ha letto i copioni, e studiato il modo di muoversi e di camminare, diverso da quello dell’attrice. Anche il dialetto e l’accento sono stati “rispolverati” da Giusy nel ricordo del siciliano che usava con i suoi nonni, scomparsi quattro anni. Erano contadini e ogni volta al telefono con loro Giusy passava di colpo dall’italiano al siciliano urlato, perché erano un po’ sordi. Nella serie, tuttavia, si tratta di un dialetto riadattato in modo da essere comprensibile in tutta Italia.
Poiché Vanina è una grande fumatrice a differenza dell’ex Miss Italia, la produzione le ha preparato delle sigarette a base di erbe aromatiche da fumare durante il giorno al rosmarino, senza nicotina. Nonostante la gestualità piacesse a distanza di mesi dalla fine delle riprese sembra che Giusy sia rimasta indenne dal vizio del fumo.
Anche il taglio di capelli è stato modificato per entrare nel personaggio di Vanina da lunghi al mento per dare un’immagine più “easy” di una persona che bada più alla sostanza che all’apparenza, bella per natura ma poco propensa a sfoggiare la propria bellezza.
Vanina mangia sempre, e qualsiasi cosa. Passa dal dolce al salato con disinvoltura e non presta particolare attenzione al cibo sano ( contrariamente a Giusy Buscemi che afferma di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata).
Il rapporto di Vanina con l’amore è piuttosto complesso. Ama Paolo Malfitano ( interpretato da Giorgio Marchesi) importante magistrato dell’Antimafia di Palermo, da cui è scappata per paura di perdere anche lui dopo il padre e soffrire: “Paolo vuole vivere pienamente. Può morire da un giorno all’altro e per questo è attaccato alla vita e vuole stare vicino alla donna che ama. Anche se ciò comporta dei rischi, pensa che siano meglio tre giorni con lei che 30 anni senza” ha detto l’attrice.
Giusy Buscemi veste bene i panni di Vanina sdrammatizzando un ruolo che di per sé nasce drammatico date le tematiche affrontate. Un pò banale, forse, il rapporto con il cibo ( già abbondantemente trattato in Montalbano di Camilleri) e la difficoltà ad amare, anch’ essa cliché di tanti personaggi polizieschi. In attesa di vedere le altre due puntate di questa serie, auspichiamo una seconda serie in cui Vanina continui a rivestire il ruolo di “sbirra della porta accanto” con la disinvoltura e la professionalità dimostrate fino ad ora e che (magari) ceda all’amore ( chissà che non accada già nelle prossime due puntate della serie in corso)
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