Tari 2016, quando si paga e quanto

La Tari è la nuova tassa sui rifiuti che in pratica ha preso il posto della vecchia Tarsu e della Tares. Cosa è cambiato? Non molto, però sicuramente ci sono delle novità che il bravo cittadino che paga puntualmente le tasse deve sapere per non incorrere in sanzioni.

Tari, chi deve pagarla

Tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno il possesso o la detenzione di un immobile, adibito a qualsiasi uso, che produce o potrebbe produrre rifiuti urbani. Questo significa che anche se siete proprietari di un immobile in cui non vivete, sarete comunque sottoposti alla tassa sui rifiuti. Di conseguenza, anche se non siete i proprietari di un immobile ma ne avete uno in affitto dovrete pagare questa tassa, a meno che non occupiate una casa ad uso transitorio per pochi mesi, in tal caso sarà il proprietario dell’immobile a dover affrontare questa spesa.

Quanto si paga e quando scade la tassa

L’ammontare della Tari e la relativa scadenza varia da comune a comune e verrà comunicata tramite i bollettini postali che riceverete direttamente a casa tramite posta. In teoria è il Comune in cui risiedete che stabilisce le date per pagare la tassa in due rate, altrimenti sarete costretti a pagarla in un’unica soluzione. La cifra verrà calcolata comunque alla stessa maniera: c’è una parte fissa comune per tutti i cittadini, mentre la parte variabile viene calcolata in base al rifiuto residuo conferito.

Tari: riduzioni ed esenzioni

Sono previste per legge riduzioni nelle zone in cui non viene fatta la raccolta per via della distanza con il punto di raccolta. In questi casi la tassa sui rifiuti non può essere superiore al 40% della tariffa. Inoltre è prevista una riduzione nei comuni e nelle zone in cui c’è la raccolta differenziata, ma la base della riduzione viene stabilità dal singolo Comune.

Ci sono poi le cosiddette riduzioni facoltative, su cui saranno i singoli comuni ad esprimersi, in caso di abitazioni con un solo occupante o ad uso stagionale e in caso di abitazioni occupate da soggetti che risiedono per un periodo di oltre 6 mesi all’estero.

Sono esenti tutti i locali in cui c’è una palese impossibilità di produrre rifiuti, come ad esempio solai o cantine, e tutti gli spazi condominiali non utilizzati da nessuno in via esclusiva.

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