Come comportarsi con i figli in caso di separazione e divorzio. Ce lo spiega la Psicologa.

I motivi che spingono una coppia a separarsi possono essere vari e, nonostante gli sforzi fatti, questa decisione ha un’influenza considerevole sui figli.

La separazione dei genitori rappresenta un evento stressante da fronteggiare, poiché determina un cambiamento all’interno del sistema di riferimento; tale cambiamento è, nella maggior parte dei casi vissuto come doloroso, ma ci sono anche situazioni in cui la separazione può portare, addirittura, effetti benefici per i singoli individui.

A tal proposito è bene sottolineare, così come è stato rilevato da numerosi studi, che non è la separazione in sé a nuocere ai figli, quanto piuttosto l’elevato grado di conflittualità tra i coniugi soprattutto se prolungato nel tempo. Infatti i genitori che riescono a garantire una continuità dal punto di vista affettivo ed educativo, e che riescono ad accordarsi sulle scelte più opportune per i figli consentono di mantenere, intatta nella mente dei ragazzi, l’immagine rassicurante e di guida che è così importante in generale per la crescita.

Come vivono la separazione dei genitori i nostri figli? Sintomi da non sottovalutare

Durante le prime fasi della separazione, nei bambini da tre anni in su, può accadere che si manifestino comportamenti regressivi, quali risvegli notturni frequenti, capricci, paura di dormire da soli, diminuzione dell’appetito, rabbia verso uno o entrambi i genitori che, alle volte, può essere manifestata all’asilo (es. mordendo i compagni o distruggendo oggetti), rifiuto nello svolgere attività prima ritenute piacevoli, ecc…

Nei ragazzi più grandi possono presentarsi comportamenti di ribellione o provocazione, il rifiuto di studiare e tentativi di ottenere cose che prima non erano permesse, sfruttando il senso di colpa che spesso i genitori hanno. Ci sono anche situazioni in cui i figli, soprattutto quando adolescenti, si ritrovano a dover gestire conflitti genitoriali diventando “mediatori” e questo può portare in alcuni casi ad una maturazione sia a livello psicologico che emotivo, in altri il “nuovo” ruolo può essere vissuto come eccessivo e inibire il normale sviluppo del sé. Tutte queste espressioni di disagio emotivo non producono di per sé patologia, ma rappresentano una prima reazione che i figli possono avere in relazione alla percezione di sé e del nuovo assetto familiare.

Cosa devono fare i genitori che vogliono separarsi, nei confronti dei figli?

Un primo passo fondamentale è spiegare in modo adeguato e realistico, in relazione all’età e alla personalità del figlio, ciò che sta succedendo, così da rendere il futuro meno incerto. I figli hanno bisogno di capire, solo attraverso una spiegazione autentica e chiara delle ragioni che hanno portato i genitori a separarsi si potrà avere una maggiore accettazione ed elaborazione della situazione; non essere chiari infatti genera spesso smarrimento e soprattutto nei bambini più piccoli può far sentire responsabili della separazione.

Importante, inoltre, è rassicurare i figli, sottolineando che la figura paterna e materna non verrà meno e soprattutto ascoltarli permettendogli di esprimere ansie, paure ed emozioni in genere; tutto ciò deve avvenire in un contesto sano in cui entrambi i genitori collaborino, nonostante le difficoltà, per il bene dei figli.

I litigi prolungati, principalmente davanti ai figli, vanno evitati in quanto non solo non aiutano ma contribuiscono a creare disagio danneggiando l’equilibrio emotivo dei ragazzi. Un clima sereno che conduce verso una separazione sana può fare davvero la differenza.

Non sempre però i genitori riescono a mantenere o a garantire ciò ai propri figli, accade spesso che sentimenti quali rabbia, risentimento, delusione, senso di fallimento, ecc, prevalgano in loro. In alcune situazioni, quando tutto diventa troppo complicato, può essere utile rivolgersi ad un professionista. Imparare a gestire le difficoltà che il cambiamento produce è sicuramente un primo passo importante per aspirare a costruire un clima armonioso e perché no collaborativo in cui condividere il proprio ruolo genitoriale.

 

Dott.ssa Valentina Guarasci

Per saperne di più: www.valentinaguarasci.it

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