Attualità

Hostess costrette a spogliarsi a un colloquio di lavoro

Aspiranti assistenti di volo costrette a spogliarsi durante il processo di selezione per lavorare per Kuwait Airways. In Spagna l’ispettorato del lavoro spagnolo ha aperto un’inchiesta.

Alcune candidate hanno raccontato di avere ricevuto commenti quali “non ci piace il tuo sorriso” o “hai un corpo come un ottovolante”. Le selezioni sono avvenute nel novembre scorso a Madrid, presso un hotel vicino all’aeroporto.

Altre candidate hanno riportato che hanno dovuto sbottonarsi le camicie e tirare su maglioni e gomme durante i colloqui. Una pratica ovviamente illegale non solo in Spagna ma nel resto del mondo.

A occuparsi del recluting è stata la società Meccti. Già nell’annuncio c’era scritto che alle candidate veniva richiesta “un’ottima presentazione complessiva”. E una ha raccontato che la prima prova consisteva in conversazioni in inglese: “Hanno respinto persone che parlavano un inglese super buono e solo perché avevano 37 anni, considerate troppe vecchie. Rifiutate anche le donne con i tatuaggi”. Solo tre uomini si sono presentati ai colloqui, a cui è stato detto di no perché la compagnia aerea assume solo quelli del Kuwait.

L’Ispettorato del lavoro, informato alcune settimane fa, ha deciso di aprire un’inchiesta nei confronti dell’azienda in questione, anche se nessuno dei soggetti coinvolti ha sporto denuncia. L’obiettivo è capire se i fatti possano essere considerati un reato e portare il caso davanti alla Procura della Repubblica.

Come riportato sul El Diario, “una ragazza è stata la prima ad essere chiamata ed è uscita piangendo. Ci ha detto che le avevano fatto togliere tutti i vestiti tranne la biancheria intima. Era il suo primo colloquio di lavoro. Le altre hanno detto la stessa cosa. Non ci volevo credere, sono rimasta scioccata ma non esageravano”, ha testimoniato una donna.

La stessa ha poi aggiunto: “Mi hanno chiesto di tirarmi su il vestito. L’ho tirato solo un po’, appena sotto il ginocchio. L’abito aveva una cerniera nella parte posteriore e il reclutatore mi ha chiesto di aprirla fino alla vita per vedere se non avevo cicatrici, voglie o tatuaggi. Ha continuato a girarmi intorno per esaminare il mio corpo”.

Infine, un’ulteriore beffa. Il reclutatore, infatti, aveva informato le candidate che, se selezionate, avrebbero dovuto pagare 1.900 euro a titolo di garnzia: “Ha spiegato che avrebbero investito molti soldi in noi e che avevano bisogno di sapere che ci saremmo andati se selezionate”.

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