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“Vieni a letto con me o ti licenzio”, così la dipendente abusata ha fatto arrestare il datore di lavoro

L’imprenditore porcone che umiliava la dipendente sotto la minaccia del licenziamento. Accade in Sicilia. Ora l’uomo è nei guai dopo essere stato fermato dalla Polizia.

Le accuse e le indagini

In particolare, un imprenditore siracusano di 56 anni si trova agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico con l’accusa di violenza sessuale e atti persecutori nei confronti di una sua dipendente. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia sporta dalla donna, una dipendente dell’azienda dell’uomo, che ha raccontato di aver subito gravi molestie sessuali e violenze da parte del datore di lavoro. La vittima ha anche riferito di essersi dimessa dal lavoro e di aver modificato le proprie abitudini a causa dello stato di ansia e paura in cui era piombata a causa delle vessazioni dell’imprenditore.

L’episodio denunciato dalla vittima

Stando a quanto ricostruito, in un episodio denunciato dalla vittima, l’imprenditore avrebbe chiamato la donna nel proprio ufficio con la scusa di questioni lavorative, per poi abusarne sessualmente lontano da occhi indiscreti e minacciandola di licenziamento se non avesse accondisceso alle richieste. Anche quando la dipendente non si presentava al lavoro, l’uomo avrebbe continuato a tormentarla inviandole messaggi dal contenuto sessuale esplicito sul telefono aziendale, umiliandola con termini volgari e prospettandole il licenziamento nonostante sapesse delle difficoltà economiche della donna.

Le prove raccolte dagli investigatori

Oltre alla testimonianza della vittima, gli investigatori hanno raccolto numerose altre deposizioni di persone informate sui fatti e hanno analizzato il contenuto dei cellulari dell’indagato e della vittima. Questi ulteriori riscontri hanno consentito di delineare un solido quadro indiziario a carico dell’imprenditore.

La violenza sessuale sul posto di lavoro

La violenza sessuale sul posto di lavoro è un reato odioso che lede la dignità della persona. Le vittime possono contattare il 1522, numero pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la violenza di genere e gli atti persecutori.

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