Suor Paola
Nella tarda serata di ieri, martedì 1° aprile, Suor Paola, al secolo Rita D’Auria, si è spenta all’età di 77 anni nel convento delle Suore Scolastiche Francescane di Cristo Re.
Malata da tempo, Suor Paola ha lottato con la stessa determinazione che l’ha resa un’icona, ma alla fine ha dovuto arrendersi.
Nata il 27 agosto 1947 a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, Rita D’Auria si trasferì a Roma a vent’anni, dove trovò la sua vocazione il 25 gennaio, giorno della conversione di San Paolo. Da quel momento, divenne Suor Paola, una religiosa dal carattere travolgente che non si è mai limitata ai confini del convento. La sua popolarità esplose negli anni ’90 grazie a “Quelli che il calcio”, il programma Rai condotto prima da Fabio Fazio e poi da Simona Ventura. Con la sua passione sfrenata per la Lazio, Suor Paola trasformò il tifo in un’occasione per farsi conoscere, portando in TV una ventata di simpatia e autenticità. Memorabile il suo entusiasmo durante lo scudetto biancoceleste del 2000, vissuto in diretta con milioni di telespettatori.
Ma Suor Paola non era solo un volto televisivo. Dietro il suo amore per i colori biancocelesti c’era una missione più grande: aiutare i più deboli. Fondatrice della onlus So.Spe (Solidarietà e Speranza), ha dedicato la vita a sostenere giovani in difficoltà, detenuti, vittime di violenza e mamme sole. La sua casa famiglia a Roma è stata un faro per chi cercava riscatto, offrendo non solo un tetto, ma anche speranza. “La sua casa famiglia ha donato solidarietà e speranza a molti giovani, detenuti, vittime della povertà e della violenza, ragazze madri e persone ferite da problemi sociali della nostra epoca”, ha ricordato la S.S. Lazio in una nota ufficiale. Il presidente Claudio Lotito e Cristina Mezzaroma hanno espresso il loro cordoglio, definendola “un’orgogliosa ambasciatrice della Lazialità”.
Tra i tanti messaggi di addio, spicca quello di Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, che ha condiviso un ricordo personale e toccante su Facebook: “Qualche ora fa mi hanno chiamato per dirmi che Suor Paola era tornata alla Casa del Padre. Da qualche mese non stava bene, ma con la sua famiglia della So.Spe continuavamo a sperare che presto sarebbe tornata a casa dai suoi ragazzi”. Boschi ha raccontato anni di collaborazione con Suor Paola per progetti dedicati a donne in carcere, famiglie povere e bambini, sottolineando la sua “energia travolgente” e il suo essere “un inno alla vita”. “Per me, è stata soprattutto un’amica a cui ho voluto bene. Si preoccupava se non rispondevo subito, se non mangiavo, se le sembravo troppo stanca. Quasi come una nonna”, ha aggiunto, promettendo di portare avanti i suoi ideali.
Anche il mondo della televisione si è stretto attorno alla memoria di Suor Paola. Pierluigi Diaco, conduttore di BellaMa su Rai2, ha annunciato un omaggio speciale nella puntata del 2 aprile: “Da noi sono state le sue ultime partecipazioni televisive. Oggi pomeriggio la ricorderemo con le sue amate canzoni ed emozionanti interviste”. Suor Paola era infatti una presenza ricorrente nel programma, dove aveva conquistato il pubblico con la sua spontaneità, cantando brani come “Questo Piccolo Grande Amore” di Claudio Baglioni o raccontando aneddoti della sua vita, come il fidanzamento giovanile prima della vocazione. “Mia madre chiamò la polizia per portarmi via dal convento”, aveva rivelato a Diaco, mostrando il lato umano di una donna che non ha mai nascosto le sue fragilità.
La città di Roma si prepara a dare l’ultimo saluto a Suor Paola con due momenti solenni. Giovedì 3 aprile, dalle 10 alle 19, la camera ardente sarà allestita nella prestigiosa Sala della Protomoteca in Campidoglio, un riconoscimento alla sua statura morale e al suo impatto sulla comunità. L’ingresso sarà dalla scalinata del Vignola, aperto a tutti coloro che vorranno renderle omaggio. Le esequie, invece, si terranno venerdì 4 aprile alle 10:30 nella Chiesa Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, un luogo simbolico per una donna che ha sempre unito fede e passione sportiva. I tifosi laziali, già attivi sui social con messaggi di cordoglio, si stanno organizzando per partecipare numerosi, portando sciarpe e bandiere biancocelesti.
Suor Paola non era solo una tifosa. Era una donna di fede che ha saputo trasformare la sua notorietà in un megafono per i più fragili. “Mancherà il suo sorriso, ma non cesserà di certo l’umanità dei suoi collaboratori nel proseguire ciò che ha creato”, ha concluso la Lazio nella sua nota. Il suo impegno con So.Spe resta un esempio concreto di come la solidarietà possa cambiare vite, un’eredità che ora spetta ai suoi “ragazzi” e a chi l’ha amata portare avanti. Da Roccella Jonica a Roma, da “Quelli che il calcio” alle case famiglia, Suor Paola ha scritto una storia unica, fatta di gol, preghiere e abbracci.
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