Delitto di Garlasco
Il caso del delitto di Garlasco, che il 13 agosto 2007 ha sconvolto l’Italia con l’omicidio della giovane Chiara Poggi, continua ad essere sotto i riflettori. La Procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, ha deciso di approfondire le indagini attraverso un maxi incidente probatorio, un’operazione complessa volta a riesaminare reperti mai analizzati o trascurati all’epoca dei fatti.
Il prossimo 23 lugli, la gip Daniela Garlaschelli terrà un’udienza decisiva per affidare al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani l’incarico di analizzare le impronte digitali su materiali raccolti nella villetta di via Pascoli, dove Chiara fu trovata senza vita. L’obiettivo è verificare se questi reperti, conservati per 18 anni, possano rivelare nuove tracce utili a chiarire una vicenda ancora avvolta da ombre.
L’udienza fissata per il 23 luglio vedrà la partecipazione di pubblici ministeri, avvocati e consulenti tecnici delle parti coinvolte, tra cui la difesa di Andrea Sempio, attuale indagato, e quella di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio. Durante l’udienza, la gip Daniela Garlaschelli conferirà ufficialmente l’incarico a Domenico Marchigiani, esperto dattiloscopista della Polizia Scientifica di Milano, per analizzare le impronte digitali presenti su una serie di reperti. Tra questi, particolare attenzione sarà dedicata alla spazzatura trovata nella casa dei Poggi, come confezioni di tè freddo, cereali e yogurt, oltre ai fogli di acetato utilizzati nel 2007 per raccogliere tracce papillari sulla scena del crimine. Una probabile impronta rilevata su un brick di tè freddo ha spinto la Procura a richiedere questa estensione dell’incidente probatorio, nella speranza di trovare elementi che possano confermare o smentire le ipotesi investigative.
L’omicidio di Chiara Poggi, trovata morta nella villetta di famiglia a Garlasco, ha segnato un capitolo controverso della cronaca italiana. Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, è stato condannato nel 2015 dopo un lungo iter giudiziario, ma la riapertura del caso nel 2025 ha acceso nuovi interrogativi. La Procura di Pavia, sotto la guida di Fabio Napoleone, ha deciso di concentrarsi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi, come nuovo indagato. Le indagini si basano su due elementi principali: un’impronta attribuita a Sempio (la cosiddetta “impronta 33”) e un profilo genetico trovato sotto le unghie di Chiara, che secondo i pm potrebbe appartenere a lui. Tuttavia, le analisi genetiche condotte finora sui reperti della spazzatura hanno rilevato solo il DNA di Chiara Poggi e di Alberto Stasi, senza tracce utili a carico di Sempio.
Parallelamente alle indagini dattiloscopiche, l’incidente probatorio si concentra anche sugli accertamenti genetici, coordinati dalla perita Denise Albani. Le analisi, che riprenderanno a inizio agosto, si focalizzano su due profili genetici trovati sotto le unghie di Chiara Poggi. Uno di questi, secondo la Procura, potrebbe essere compatibile con il DNA di Andrea Sempio, mentre l’altro, denominato “ignoto 3”, potrebbe derivare da una contaminazione. I pm stanno effettuando comparazioni con un elenco di decine di persone, tra cui addetti che hanno manipolato il corpo di Chiara e amici di Sempio, per identificare l’origine di questo profilo. Un’ulteriore traccia genetica maschile è stata trovata su una garza utilizzata per prelevare materiale biologico dalla bocca della vittima, ma non è ancora stata attribuita. Questi elementi rappresentano il cuore dell’indagine, che punta a stabilire se le tracce siano utilizzabili per una comparazione attendibile.
In un contesto mediatico spesso segnato da congetture, il procuratore Fabio Napoleone ha rilasciato una nota ufficiale per chiarire la posizione della Procura di Pavia: “I magistrati titolari delle indagini, che aggiornano costantemente il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”. Napoleone ha sottolineato che “qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”. La nota invita a considerare infondati i riferimenti alla Procura non supportati da comunicazioni ufficiali, evidenziando l’impegno a condurre le indagini con rigore e discrezione.
L’analisi dei reperti rappresenta una sfida tecnica significativa, data la loro conservazione per quasi due decenni. Gli oggetti sotto esame includono materiali quotidiani come un brick di tè freddo, vasetti di yogurt e sacchetti di cereali, mai sottoposti a un’analisi approfondita delle impronte all’epoca del delitto. Inoltre, i fogli di acetato, utilizzati nel 2007 per repertare le tracce papillari, saranno al centro delle nuove verifiche. Una traccia su un’etichetta arancione di un brick di tè freddo ha già attirato l’attenzione degli inquirenti, ma la sua attribuzione è controversa: una consulenza della Procura la collega a Sempio, ma i consulenti della difesa e della famiglia Poggi contestano la validità di questa ipotesi, sostenendo che i punti di coincidenza siano insufficienti per un’identificazione certa.
L’udienza del 23 luglio vedrà un confronto serrato tra le parti. La difesa di Andrea Sempio, rappresentata dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, insiste sulla necessità di valutare la catena di custodia dei reperti, per verificare se siano stati conservati adeguatamente e non contaminati. La famiglia Poggi, assistita dai consulenti Marzio Capra, Dario Redaelli e Calogero Biondi, cerca risposte definitive sulla morte di Chiara. La difesa di Alberto Stasi, con l’avvocata Giada Bocellari, punta a consolidare i risultati delle precedenti analisi, che non hanno mai escluso la presenza del suo DNA sui reperti. I pm Stefano Civardi, Giuliana Rizza e Valentina De Stefano, insieme ai consulenti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, spingono per un’analisi a tutto campo, senza lasciare nulla di intentato.
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