Al Bano in difficoltà mentre si lancia in una rivisitazione a cappella dell’inno di Mameli: è questo il video che gira su Tik Tok e social vari da ieri. La celebrazione di uno degli eventi sportivi più attesi di questo finale di stagione con la tradizionale esecuzione dell’inno nazionale in una chiave celebrativa si è trasformata nell’evento più cringe degli ultimi tempi: “complimenti “agli organizzatori!
Se l’anno scorso era toccato a Gaia Gozzi il compito di aprire la finale di Coppa Italia, mentre per l’edizione 2023-2024 della competizione, il compito di onorare Atalanta-Juventus è stato affidato proprio all’artista di Cellino San Marco, che ha eseguito una sua versione dell’inno, tentando di modulare l’esecuzione con delle variazioni che gli consentissero di evitare i punti di maggiore complessità vocale. Il risultato che ne è venuto fuori è stato, diciamolo, a dir poco mortificante, con le inquadrature della regia durante la performance dell’artista a immortalare i volti tra il divertito e lo sconcertato di atleti pronti a scendere in campo, allenatori e autorità sugli spalti.
Difficile capire le ragioni di una scelta di questo tipo, non per mancanza di rispetto nei confronti di Al Bano, che resta un artista molto amato, anche per ragioni di mera perseveranza. Ma perseverare, si sa, può essere diabolico e, in questo caso, la solennità del momento, è collassata davanti all’esecuzione del cantante. E a poco ( anzi niente) è servito l’ausilio delle luci basse nello stadio e il silenzio sugli spalti che, al contrario, ha evidenziato ancor di più lo “scempio” compiuto da Al Bano ai danni di Mameli.
I fuochi d’artificio finali, con l’inquadratura che si muove verso il centrocampo e il silenzio generale con ben pochi applausi hanno completato alla perfezione il quadro di un momento che, con una pratica sintesi che la contemporaneità ci mette a disposizione, è stato un monumento al cringe.
Per chi ( ancora) non lo sapesse, cringe è un termine molto utilizzato dalle nuove generazioni e come aggettivo significa “imbarazzante”, ma in un’accezione particolare: è cringe ciò che suscita imbarazzo e al tempo stesso disagio in chi lo osserva. Ad esempio, per un adolescente potrebbe essere cringe vedere uno dei propri genitori che balla in pubblico una canzone trap. Quindi, mi raccomando, occhio al cringe!
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