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Job hopping, ecco perché cambiare spesso lavoro aiuta a fare carriera
Udite udite, voi che vi considerate lavoratori precari senza speranze: cambiare spesso lavoro fa fare carriera e oggi si chiama job hopping, un termine coniato dai ricercatori americani per definire la tendenza (ormai volontaria) dei giovani lavoratori a “saltellare” da un impiego all’altro.
In realtà la faccenda arriva solo oggi alle orecchie di tutti, con studi alla mano condotto dalle Università e confermate dai dati di Forbes ma, già da tempo, gli esperti di psicologia del lavoro e del life coaching lo avevano preannunciato: passare da un lavoro all’altro rende più preparati di qualsiasi laurea. O meglio, integra e potenzia le competenze acquisite durante gli studi.Anche se cambiare spesso lavoro è decisamente faticoso, infatti, aiuta a fare carriera perchè permette di acquisire competenze e capacità trasversali incredibili.
Ergo, se vi sentivate prima di oggi degli sfortunati precari, beh, sappiate che le aziende cercano voi, soprattutto se siete dei trentenni e avete voglia di fare esperienze. Ma anche se siete più avanti con gli anni e le aziende non stravedono per i vostri cv, sappiate che se negli ultimi anni avete trascorso due mesi in un’azienda e tre in un’altra, svolgendo mansioni totalmente diverse, la cosa verte a vostro vantaggio. Perchè? Semplicemente perchè quello che avete acquisito, sia come conoscenze specifiche ad un impiego, sia e soprattutto come competenze trasversali, relazionali o di gestione dello stress, vi permetteranno di rilanciarvi verso nuovi e più entusiasmanti lavori.
E poco importa se avete studiato Economia e Commercio ma ora siete i commessi in un negozio di scarpe: la prossima azienda potrebbe apprezzare il vostro spirito di adattamento e la vostra capacità di stare “ai piedi del cliente”. Questione di opinione, direte voi! No: sempre le statistiche condotte dalle Università americane, infatti, dimostrano che dalla crisi finanziaria del 2008 ad oggi la “costrizione” a cambiare lavoro di molti giovani lavoratori è diventata “scelta” di fare il cosiddetto job hopping.
I giovani, cioè, cambiano lavoro anche per scelta e non solo per necessità del mercato: hanno imparato cioè che cambiare può portare spesso benefici sconosciuti. Un esempio? Cambiare capo!
Scherzi a parte: sebbene il precariato che stiamo vivendo da circa 15 anni non ci aiuti certamente ad essere dei lavoratori sereni e garantiti come i nostri padri, il job hopping ha i suoi lati positivi e, anche se non è facile intravederne immediatamente i benefici, a quanto pare saranno proprio le aziende che, durante un colloquio o una ricerca di personale nuovo, potranno trovare in noi “saltellatori lavorativi” quella conoscenza in più che nessuna scuola o Università può dare a nessuno quanto la vita stessa con le sue difficoltà.
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