Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, facciamo il punto

di Elisa Malizia


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Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, promossa dalle Nazioni Unite dal 1999.

All’alba del del XXI secolo, dunque, è stato necessario istituire una giornata che sensibilizzasse tutti, opinione pubblica e non solo, ad un maggior rispetto nei confronti delle donne e alla ferma condanna verso le violenze che subiscono quotidianamente. Sensibilizzare significa, principalmente, educare. Gli uomini, ovviamente, fin da bambini, ma anche le donne.

Troppo spesso, infatti, sono le donne stesse a pensare di meritare la violenza che subiscono, innescando un meccanismo che si alimenta di paura e senso di colpa. Per questo, è importante far comprendere a tutte le donne che nessun atteggiamento, nessuna parola, nessun litigio, consente all’altro di umiliare o picchiare.

Convincersi che sia un caso isolato, che l’uomo violento cambierà o, peggio, che sia colpa nostra, porterà solo dolore difficilmente sanabile.

Da mamme, quello che potete fare è insegnare ai vostri figli a rispettare voi, il vostro genere, il vostro lavoro: da qui, partirà il suo cammino sereno di uomo degno di questo nome.

Perché non va dimenticato mai: un uomo che picchia un donna non è che un vile senza giustificazioni. Da donne, quando ci si trova a vivere una situazione di violenza, l’unica cosa che si può fare è chiedere aiuto.

Prima alle forze dell’ordine, denunciando il nostro carnefice (perché questo è, anche se è il compagno di una vita!) e poi rivolgendosi ad uno psichiatra, per curare le ferite interiori lasciate da queste esperienze. In Italia esistono molti centri specializzati, in grado di aiutare le donne vittime di violenza, sia fisica che psicologica.

I centri antiviolenza offrono sostegno telefonico 24 ore su 24, accoglienza per le donne che non possono o non vogliono restare in casa, sportelli anti stalking e supporto legale gratuito; inoltre, esiste il numero 1522, in funzione da qualche anno, gestito dal Ministero delle Pari Opportunità.

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