Nuova proposta di legge sul divorzio: cosa comporta?

di cinziaR


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La nuova proposta di legge sul divorzio, come anche il disegno di legge sull’affido condiviso, sono al vaglio del Senato e seguiranno la trafila necessaria per l’approvazione o la bocciatura.

Firmata dal parlamentare leghista Simone Pillon, (ideatore, tra l’altro, anche del Family Day), e sottoscritta dal Movimento 5 Stelle già nel progetto di Governo, questa proposta di legge sul divorzio si ispira al principio della bigenitorialità perfetta e punta a modificare la legge del 2006 sull’affido condiviso dei figli dopo separazioni e divorzi.

Stop ai padri-bancomat o a genitori della domenica” ha detto Pillon, mentre le Associazioni antiviolenza come Telefono Rosa si dicono perplesse in merito a una proposta che toglierebbe una fissa dimora ai figli minori e scoraggerebbe le separazioni anche laddove esiste violenza domestica, e controbattono fermamente, dicendo che “così si va verso l’ingiustizia assoluta“.

Cosa prevede la proposta di legge sul divorzio Pillon?

Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:

  • L’assegno di mantenimento del minore a carico di un solo genitore sarà cancellato
  • Resta valido quello di mantenimento coniugale, sempre su approvazione del Giudice
  • Si introduce la figura del mediatore familiare in caso di separazione con minori
  • La contribuzione per i bisogni del minore sarà proporzionale alle capacità economiche dei due genitori, che pagheranno direttamente le spese dei figli
  • Non sarà messa mano alla normativa antiviolenza.

Divorzio con figli minori: la figura del mediatore familiare

Secondo la nuova legge sul divorzio, inoltre, per ottenere la separazione i coniugi con figli minori dovranno essere seguiti da un mediatore familiare per legge. Ecco cosa propone, nel merito, la modifica di Legge di Pillon e la sua nuova proposta di legge sul divorzio:

  • Il mediatore famigliare dovrà guidare gli ex coniugi a gestire la separazione nel miglior modo possibile per i figli. Il ddl fissa la durata massima della mediazione a sei mesi e stabilisce che gli incontri con il mediatore siano a pagamento
  • Possibilità di affido condiviso con tempi previsti paritari
  • Mantenimento diretto dei figli minori
  • Provvedimenti di contrasto a ogni forma di alienazione o estraniazione dei minori.

Le proteste alla nuova proposta di legge sul divorzio

Molte sono state le proteste al decreto Pillon e alla sua nuova proposta di legge sul divorzio, tra cui quella dell’Associazione D.i.re (Donne in Rete contro La Violenza) e dei centri antiviolenza come Telefono Rosa.

In particolare, D.i.re ha lanciato una petizione su Change.org e ha indetto, contro la proposta di Pillon, una manifestazione a Roma il 10 novembre prossimo. Il timore, per le associazioni che difendono i diritti delle donne vittime di violenza domestica, è quello che la legge, se approvata in questo modo, comporterebbe per le donne con minori risorse economiche l’impossibilità di chiedere la separazione e mettere fine a relazioni violente.

L’associazione Telefono Rosa, nata nel 1988 si è espressa così in una lettera:

Siamo estremamente perplesse sulle proposte e sulle modalità di attuazione del “cambiamento” che la norma e i suoi firmatari propugnano. L’obiettivo è quello di scoraggiare e complicare le separazioni (…) Se l’abitazione non è più un diritto di stabilità per i figli; se la possibilità di continuare a vivere nella casa familiare, malgrado l’interesse dei figli è condizionata al pagamento di un canone di locazione di mercato, quante donne saranno in grado di affrontare questi nuovi oneri? Se i figli minori saranno costretti a vivere erranti tra padri, madri e parentele varie; se a 25 anni si perde il diritto al mantenimento (senza riguardo né per la disoccupazione giovanile né per i tempi dell’istruzione universitaria)… l’ingiustizia sarà totale. E conclude: “Nel principio della doverosamente ipotizzata sua buona fede, la invitiamo caldamente a ripensarci“.

Le maggiori polemiche riguardano, infatti, il fatto che l’assegno di mantenimento verrebbe annullato. Come funzionerebbe dunque il mantenimento dei minori? Fino ad oggi l’assegno di mantenimento veniva pagato, in seguito al divorzio e in presenza di figli minori, da uno dei due coniugi a favore di quello che se ne occupava dal punto di vista dell’alloggio e delle spese di mantenimento (alimentari, sanitarie, educative e così via).

Con il decreto Pillon, invece, questo assegno sparirebbe in quanto i figli non vivrebbero più sotto lo stesso tetto di un solo coniuge, bensì di entrambi. I minori, secondo questa modifica di legge, avrebbero infatti due case e tempo equamente diviso tra mamma e papà. Quindi, a meno che i genitori non si accordino in modo diverso, i figli dovrebbero trascorrere non meno di 12 giorni al mese, compresi i pernottamenti, sia con la madre sia con il padre per garantire, secondo il ddl, un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali.

Pillon è anche contrario all’aborto e in questo caso la sua posizione pare essere sempre più lontana dalle esigenze delle donne che vivono in una società moderna che le mette sempre più spesso in difficoltà nel esercitare pari diritti e dignità rispetto agli uomini.

Se infatti è vero che la nuova proposta di legge sul divorzio sembri tutelare i figli, a conti fatti tutelerà più i padri e disincentiverà i divorzi, con la conseguenza che le situazioni di sofferenza domestica non potranno più essere “risolte”, almeno in parte, dal divorzio stesso.

Si ricordi, infatti, che il divorzio, così come l’aborto e l’assegno di mantenimento, sono il frutto di lunghe battaglie non solo femministe ma anche di diritto infantile, che rischiano di essere cancellate con un colpo di spugna… o di ddl, che dir si voglia.

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