Salute

Cos’è la Vulvodinia, cause, sintomi, trattamento, quello che devi sapere

Quando l’infiammazione della mucosa vaginale persiste, i muscoli del pavimento pelvico si contraggono per difesa (ipertono dei muscoli elevatori dell’ano), anche in maniera involontaria, e non si rilasciano più e ciò provoca dolore durante i rapporti (dispareunia), sia per l’infezione che per la contrattura dei muscoli pelvici.

Cosa è la vulvodinia

L’infiammazione cronica della mucosa vaginale  può sfociare in vulvodinia se interessa in maniera intensa e costante la regione del vestibolo, cioè l’ingresso della vagina che lateralmente continua con le piccole labbra, in alto comunica con lo sbocco dell’uretra (il tubicino che porta esternamente l’urina) ed in basso con la forchetta o commessura posteriore , che quando infiammata  può dare molto dolore durante i rapporti. Inoltre anche i residui dell’imene possono essere interessati da questa infiammazione cronica e dare dolore continuo alla pressione ed aumento della sensibilità con bruciore, spesso fastidioso ed invalidante, dolore acuto ai rapporti (dispareunia)L’infiammazione cronica dell’uretra inoltre può spiegare perché  molto spesso si associa un continuo stimolo ad urinare, anche più di 10 volte al giorno.

I sistemi interessati dalla vulvodinia

I sistemi maggiormente coinvolti nella genesi e nella cronicizzazione della patologia sono:

  • il sistema immunitario, il cui ruolo principale è svolto dal mastocita
  • il sistema del dolore, che vede il viraggio dal dolore nocicettivo (utile indicatore di danno) al dolore neuropatico (malattia in sé), e che è il sistema responsabile dell’evoluzione da vestibolite vulvare a vulvodinia;
  • il sistema muscolare, con l’aletrazione del tono della muscolatura pelvica.

Come si può fare diagnosi di vulvodinia?

E’ necessaria una attenta valutazione della storia clinica della paziente (anamnesi), capire quando è iniziata il sintomo di base e come mai si è cronicizzato. Capire se sono stati prescritti antibiotici in maniera non necessaria e che terapie ha fatto nel passato. Inoltre è fondamentale una attenta ma delicata visita per capire se ci sono delle secrezioni vaginali che possono far supporre ad uno squilibrio della flora vaginale cronico, spesso associato a secchezza vaginale. E’ altrettanto importante valutare la regolare anatomia dei genitali esterni per vedere se ci sono delle condizioni predisponenti per le infezioni, ed il profilo vaginale per valutare una eventuale presenza di prolasso o di incontinenza urinaria femminile. Infine, sempre in maniera delicata, è necessario valutare il tono dei muscoli del pavimento pelvico.

Come guarire dalla vulvodinia

Dunque è fondamentale dare delle giuste indicazioni sulla igiene intima, sulla biancheria da indossare ed anche su alcuni indumenti da evitare. Devono essere date anche delle indicazioni comportamentali su come e quando urinare e sui cibi da assumere e su quelli da evitare, come ad esempio quelli troppo zuccherati, lieviti, alimenti eccessivamente piccanti o bevande gassate. Molto importante è anche correggere la stipsi e regolarizzare l’alvo, con metodiche alimentari e con prodotti naturali fitoterapici.

Inoltre altro importante obiettivo è quello di riequlibrare la flora vaginale in maniera costante con prodotti fitoterapici naturali, che possono avere una azione antibatterica e di ripristino della flora vaginale, aumentando anche le difese immunitarie; è da  evitare assolutamente  la terapia antibiotica quando non comprovata con urinocultura o tamponi vaginali specifici, meglio ancora se con la metodica PCR.

Per avere una corretta efficacia terapeutica, dopo aver riequilibrato la flora vaginale,  eliminata  l’infiammazione delle mucose vaginali, modulato il dolore, è necessario il rilasciamento dei muscoli pelvici attraverso la riabilitazione, che si deve sempre avvalere di un momento clinico e di uno strumentale.  Pertanto l’uroginecologo, dopo una diagnosi specifica, può elaborare un percorso riabilitativo personalizzato sempre associato ad una terapia comportamentale e all’assunzione di prodotti naturali fitoterapici da assumere per non meno di due mesi.

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