Calo del desiderio sessuale: che relazione c’è con il matrimonio?

di francesca


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In tutte le coppie la relazione interpersonale e quella sessuale si modifica nel tempo e soprattutto quando cambia la frequenza degli incontri. In particolare, una frequentazione assidua, tipica della convivenza (istituzionalizzata con il matrimonio), rispetto ad incontri a ridotta frequenza, quando i partner abitano ancora con la loro famiglia di origine, modifica non solo i comportamenti reciproci ma anche le emozioni a queste connessi.

Il basso desiderio sessuale (“desiderio sessuale ipoattivo”), oggi molto più diffuso di un tempo per il ritmo di vita e abitudini stressanti, viene considerata una patologia multicausale dove, spesso una causa preminente coincide proprio con la coabitazione quale conseguenza del processo psicologico dell’abituazione o “saziamento” dello stimolo per cui l’eccitamento diminuisce con il tempo (il fenomeno dell’abituazione o assuefazione o adattamento – opposto alla sensibilizzazione – consegue alla ripetizione o produzione ripetuta nel tempo di uno stimolo) tanto che, sessualmente, la relazione appare conclusa. La routine quotidiana, situazioni scontate, prevedibilità della risposta, assenza di novità, dinamiche sessuali che si ripetono monotamente, riduzione delle aspettative sono i principali fattori che concorrono alla “abituazione dello stimolo” e deprimono il desiderio sessuale.

Altra causa di un basso desiderio sessuale, rispetto a prima, per altro frequente di più nell’uomo sposato, fa riferimento alla incapacità di fusione di sentimenti d’amore (“seria, buona moglie”) col desiderio sessuale (sindrome freudiana della “madonna/prostituta”) per cui quando la donna sposata si presenta con le tipiche sembianze della moglie “perfetta”, vestendo i panni del suo nuovo ruolo non viene più vista come la donna eccitante, prima cercata e conquistata, per cui è frequente in tanti uomini sposati la difficoltà di conciliare sentimenti di amore, stima e rispettabilità con la desiderabilità sessuale nella stessa figura femminile. Certe tipologie di donne, invece, con il matrimonio si sentono più realizzate come mogli e successivamente come madri tanto trovare in tali realizzazioni la loro principale gratificazione a scapito di un marito che vede nella propria compagna ancora quella donna eccitante che ha conosciuto all’epoca dei primi incontri.

Infine non è patologico, ma evolutivo che i rapporti interpersonali con il tempo tendano a modificarsi: un partner non è più gratificante come prima e, al tempo stesso, cambia anche la sensibilità personale verso comportamenti prima gratificanti o di uno o di entrambi i partners. La relazione col tempo diventa da piacevole a sempre meno piacevole fino ad arrivare ad aperta conflittualità ogni qual volta l’aspettativa di gratificazione viene frustrata o la situazione si modifica a tal punto da non essere più gratificante per i membri della coppia. Quando la relazione viene percepita svantaggiosa per uno o per entrambi i partners i rapporti sessuali ne risentono. La sessualità di coppia diventa la conseguenza più evidente di una relazione conflittuale dove il deficit più significativo è il calo del desiderio sessuale fino al suo azzeramento presente solo in uno o in entrambi i coniugi.

Paolo Zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a Udine

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