Molte donne desiderano un bambino ma quando finalmente il test di gravidanza comprato in farmacia è positivo si lasciano prendere dall’inquietudine e si domandano “e adesso cosa devo fare?”, specialmente se è il primogenito!
Non c’è nulla di strano in questo, l’arrivo di un bambino scombussola lietamente la vita fin da subito,
quindi state tranquille e organizzatevi!
Durante la visita il medico vi chiederà quando avete avuto l’ultima mestruazione (quindi cercate di ricordarlo, è importante!), vi chiederà di eseguire alcuni esami del sangue e urine, anche per confermare la gravidanza in atto e, in base alla vostra salute e alla vostra età, potrebbe richiedere dei test specifici come amniocentesi, viollocentesi e traslucenza nucale.
Inoltre, potrà chiedervi di assumere integratori come l’acido folico, importantissimo in gravidanza.
Se si vuole, e la gravidanza procede senza problemi, si può prenotare un incontro con un’ostetrica (i Consultori prevedono questa figura) che potrà seguirvi durante i 9 mesi, nonchè durante il parto.
Fin da subito, anche se non avete la certezza ma pensate di poter aspettare un bambino, bandite sigarette ed alcol. In questi casi è sempre meglio non rischiare.
Se state assumendo o avete intenzione di prendere un qualsiasi medicinale, fate presente al medico o al farmacista che potreste essere incinte.
Consultate immediatamente il medico se state assumendo la pillola anticoncezionale che potrebbe dunque aver fallito.
Limitate gli sforzi fisici e non indossate i tacchi per troppe ore; non esponetevi a sostanze tossiche e state attente anche ai prodotti casalinghi utilizzati per pulire la vostra casa, potrebbero darvi dei fastidi.
Occhio all’alimentazione! Mangiate sano, evitate i cibi che possono appesantirvi e soprattutto non consumate alimenti crudi (che possono portare la toxoplasmosi) come carne, pesce, salumi; lavate accuratamente frutta e verdura (ma consumatene in gran quantità!) ed evitate anche la caffeina.
Mangiate molte fibre per impedire alla stipsi di fare capolino e non rinunciate ad un bel bicchiere di latte, per un buon apporto di calcio, senza dimenticare ovviamente di bere molta acqua.
Se siete alla vostra prima gravidanza, il corso preparto è senza dubbio consigliato. Anche in questo caso, la miglior risposta viene dai Consultori, che organizzano questi corsi e non necessitano di spese eccessive e spostamenti troppo lunghi in auto.
Gli ospedali pubblici sono la prima scelta della mamme italiane, anche per una questione economica. Nelle strutture pubbliche la mamma avrà assistenza medica 24 ore su 24, non si occuperà da subito personalmente del bambino ma avrà modo di vedere le puericultrici all’opera ed imparare dai loro gesti come lavare e vestire il bambino in sicurezza.
C’è però lo svantaggio del non poter sempre avere un parente con sè e molti ospedali non sono attrezzati per il rooming-in, ovvero la possibilità di tenere il bimbo nella stessa stanza della
la mamma. Inoltre, raramente le stanze sono singole e quindi gli spazi vanno condivisi con altre mamme ed altri visitatori.
Le cliniche private hanno il vantaggio di essere più di discrete, avere stanze singole e spesso il rooming-in è permesso, ma in queste strutture si pratica il 90% in più di cesarei rispetto alle strutture pubbliche.
Questo perché spesso non sono attrezzate per far fronte ai problemi che possono sorgere durante il parto naturale.
Inoltre, se la clinica privata non è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale e non avete un’assicurazione ad hoc, dovrete pagare la degenza e assistenza di tasca vostra.
Trova larghi consensi anche il parto in casa ma in questo caso la donna deve aver avuto una gravidanza priva di qualsiasi rischio, deve essere in uno stato di salute ottimo e deve vivere, se possibile, non molto distante da un ospedale che possa assisterla con tempestività in caso di emergenza. Sarà l’ostetrica che ha seguito la donna per tutta la gravidanza a decidere se ci sono i presupposti per partorire in casa.
La donna può comunque scegliere di restare a casa solo per il travaglio (sempre assistita dall’ostetrica!) e poi recarsi in ospedale per partorire. Anche questo tipo di parto comporta una spesa considerevole, non meno di 2 mila euro, ma in alcune regioni si può richiedere un rimborso alla Asl.
Per le donne che temono i dolori del parto, c’è la possibilità in alcune strutture (ma non tutte) di ricorrere all’epidurale.
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