Congedo parentale 2019, cosa bisogna sapere?

di cinziaR


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Il congedo parentale 2019 introduce interessanti novità al congedo parentale INPS. Che cosa prevedeva quest’ultimo e che cosa cambierà il prossimo anno?

Congedo parentale

Il congedo parentale, fino ad oggi, spettava ai genitori naturali in costanza di rapporto di lavoro (quindi lavoratori dipendenti), entro i primi 12 anni di vita del bambino.

Il periodo di astensione da lavoro complessivo tra i due genitori prevede per questa categoria di lavoratori 10 o 11 mesi. Tale periodo complessivo può essere fruito dai genitori anche contemporaneamente.

In particolare, il congedo parentale, attualmente dà il diritto di astenersi dal lavoro:

  • alla madre lavoratrice dipendente per un periodo continuativo o frazionato di massimo sei mesi;
  • al padre lavoratore dipendente per un periodo continuativo o frazionato di massimo sei mesi, che possono diventare sette in caso di astensione dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi;
  • al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora;
  • al genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo dieci mesi.

Ai lavoratori dipendenti che siano genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale spetta con le stesse modalità dei genitori naturali, quindi entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore nella famiglia indipendentemente dall’età del bambino all’atto dell’adozione o affidamento e non oltre il compimento della sua maggiore età.

Inoltre, la legge 24 dicembre 2012, n. 228, aveva introdotto la possibilità di frazionare a ore il congedo parentale in accordo con azienda e datore di lavoro.

Per quanto riguarda la retribuzione che spetta ad oggi con il congedo parentale è pari al 30% della retribuzione media giornaliera entro i primi sei anni di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo massimo complessivo (madre e/o padre) di sei mesi;

  • un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, dai sei anni e un giorno agli otto anni di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento)
  • nessuna indennità dagli otto anni e un giorno ai 12 anni di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento).

Novità congedo parentale 2019

E qui entra in gioco il congedo parentale 2019 che, ferme restando le regole viste fin qui, aggiunge:

  • L’estensione fino a 12 anni del congedo parentale non retribuito
  • L’estensione fino a 6 anni del congedo parentale retribuito al 30% della retribuzione
  • L’estensione fino a 8 anni del congedo parentale retribuito al 30% della retribuzione in caso di famiglie disagiate.

Ma la più importante novità introdotta dal congedo parentale 2019 riguarda il fatto che esso non spetterà più soltanto ai lavoratori dipendenti , bensì anche ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata, lavoratori agricoli e parasubordinati.

Nello specifico, l’INPS ha fornito istruzioni operative e contabili in tema di indennità di maternità o paternità e congedo parentale 2019 in favore delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti alla Gestione Separata con la circolare n. 109/2018.

Le nuove norme in materia prevedono l’erogazione dell’indennità a prescindere dall’effettiva astensione dall’attività lavorativa. Ovverosia, con il congedo parentale 2019, i lavoratori parasubordinati e liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata possono fruire della tutela della maternità obbligatoria senza obbligo di astensione dall’attività lavorativa, anche in caso di adozioni o affidamenti.

Non vige quindi neanche più alcun obbligo di produrre le dichiarazioni di astensione dall’attività lavorativa.

Per quanto riguarda la misura, il calcolo viene fatto sul reddito percepito con una semplice formuletta che si troverà sul sito dell’INPS non appena la normativa sul congedo parentale 2019 sarà attiva.

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