Bambini e punizioni educative, le regole per aiutarli a crescere meglio

di Claudia Scorza


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Come possiamo aiutare a crescere meglio i bimbi nel rispetto delle regole? La punizione, se usata in modo adeguato, può essere davvero efficace ma non bisogna abusarne ed è fondamentale sceglierne una intelligente ed utile.

Stiamo parlando delle punizioni educative, cioè di quegli interventi mirati che servono a far capire ai bimbi che hanno sbagliato e che li aiutino a riflettere su ciò che hanno fatto scoraggiandoli dal ripeterlo di nuovo.

Per essere educativa, una punizione deve essere tempestiva e quindi deve essere data subito dopo che il bambino ha compiuto il fatto,  soprattutto se si tratta di bimbi molto piccoli, poiché una reazione immediata è la maniera migliore per far apparire chiaro e in modo inequivocabile il nesso tra la punizione e il proprio comportamento.

Una punizione educativa deve essere chiara e semplice, senza creare confusione in merito. Il bambino deve capire bene di cosa si tratta, conoscerne i tempi e i modi in cui essa si svolgerà. Allo stesso tempo, però, dovrebbe essere motivata e ben comprensibile agli occhi del bimbo attraverso la mediazione dell’adulto che gli fa capire perché si è arrivati a questo.

Lo scopo è far comprendere al bambino che il comportamento adottato è negativo in sé e che non può portare esiti positivi. Così facendo, il piccolo non agirà più allo stesso modo perché ha paura della punizione, ma perché gli sarà chiaro che quel determinato atteggiamento è sbagliato di per sé e quindi da evitare in futuro.

È poi fondamentale che si tratti di una punizione limitata nel tempo, senza ripeterla più volte ed estenderla ad altri comportamenti che non riguardano quello “incriminato”. Il rischio, altrimenti, è quello di creare confusione al bambino e far diventare il castigo uno strumento da usare come alternativa al dialogo e al confronto.

Infine, una punizione educativa per i figli deve essere significativa e quindi riguardare qualcosa a cui il bimbo tiene molto o che detesta fare. Detta così sembra crudele, ma è l’unica via per fargli capire che quello che stiamo facendo è importante e che non si tratta di una decisione presa alla leggera.

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