5 giochi e attività per aiutare i bambini con problemi di udito

di cinziaR


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Nel nostro Paese, grazie allo screening neonatale dell’udito, i problemi uditivi dei bambini vengono rilevati sin dai primi giorni di vita. Questo fatto permette alla maggior parte delle famiglia dei bambini con problemi di udito di affrontare al meglio tale problematica da subito.

Prima di tutto, la consapevolezza che nostro figlio avrà una ipoacusia permette di metabolizzare tale notizia e di trovare soluzioni laddove ce ne siano. In seconda battuta, preparandoci a vivere al meglio con un bambino che ha problemi di udito, le possibilità di svolgere e fargli svolgere una vita serena aumentano fino a diventare incisive.

Giocare, relazionarsi, interagire e superare via via le barriere connesse all’ipoacusia è fondamentale e può diventare la garanzia di una vita realizzata e del tutto vincente. Vediamo 5 giochi e attività per aiutare i bambini con problemi di udito.

Giochi di suoni: usare gli strumenti musicali e il ritmo

I suoni e rumori da proporre durante momenti di gioco, sulla sdraietta, sul passeggino o sul letto (facendo attenzione che il supporto non vibri), dovrebbero abbracciare tutte le frequenze, dai gravi agli acuti.

Per velocizzare la comparsa della capacità di far attenzione ai suoni e in un secondo momento di riconoscerli si comincia con stimoli ad intensità elevata presentati con calma  e non troppo ravvicinati, con un sottofondo di silenzio, così il bambino li può notare con più facilità.

La prima volta si presenta il suono senza che il bambino veda lo strumento che lo ha prodotto, poi subito dopo, anche se non ha reagito, glielo si fa riascoltare facendogli vedere e magari anche toccare lo strumento, per esempio ponendo le mani o i piedi del bambino sul tamburo.

Il bambino impara a stare attento al suono con più facilità se gli viene presentato come parte di uno stimolo multisensoriale, per esempio associando un movimento evidente con la presentazione del suono, ad esempio la mano che si muove per percuotere il tamburo. Se si usano strumenti che non devono essere mossi, come un fischietto, l’adulto deve avere l’accorgimento di associare comunque un movimento evidente alla produzione sonora, ad esempio muovendo la testa a ritmo con l’emissione dei fischi.

Ovviamente dopo svariate presentazioni multisensoriali si passa a proporre solo il suono, seguito dalla presentazione della fonte sonora,  sia che il bambino reagisca sia che non se ne accorga. Nel caso, infatti, che il bambino abbia sentito il suono, egli si aspetta di vederne la fonte, se invece non lo ha notato, facendogli vedere la fonte sonora e risentire il suono, lo si stimola a stare più attento.

Oltre a questo tipo di attività, è importante in ogni momento della giornata far notare al bambino i vari suoni ambientali con gli stessi accorgimenti: con calma, nel silenzio e scegliendo inizialmente suoni ad intensità elevata. Si può mostrare al bambino il suono che produce un oggetto quando viene percosso o fatto cadere nel campo visivo del bambino, se ha meno di 7-8 mesi, fargli vedere il cane che abbaia, il treno che passa e così via; e soprattutto parlare spesso con lui, a voce sostenuta e standogli davanti.

Sia i bambini udenti che quelli con problemi di udito dai primi mesi cominciano a produrre lamenti, vocalizzi e rumori orali  come gorgoglii e pernacchie. Per evitare il bambino ipoudente perda questa capacità è importante richiamare la sua attenzione sulle sue produzioni vocali, sia quelle che riesce a percepire con le protesi sia quelle che può riuscire comunque a sentire.

Con i bambini che hanno problemi di udito, in particolare, è importante battere le mani a ritmo e camminare seguendo un ritmo. Ricordatevi che anche la lingua ha un suo ritmo! Spesso è proprio la prosodia a risultare non adeguata nei bambini con sordità. Battete una varietà di ritmi diversi partendo da qualcosa di breve e continuando con ritmi più complessi.

Il bambino intorno ai 6 mesi comincia spontaneamente a relazionarsi con gli altri: aggancia lo sguardo, sorride intenzionalmente, tende la mano… E’ questo il momento per cercare di fargli capire che i suoi vocalizzi servono per interagire e che oltretutto possono modificare a suo favore qualcosa nel contesto o nell’azione delle altre persone.

Gioco con lo specchio (dai 7-8 mesi)

Fra le varie cose che un bambino piccolo deve imparare a conoscere c’è lui stesso: riesce a vedere le proprie mani e le proprie gambe, ma ciò non gli basta per farsi un’immagine complessiva del proprio corpo e quindi per concettualizzare l’immagine di se stesso.

Per aiutarlo è importante farlo giocare frequentemente allo specchio, facendo in modo che ce ne sia almeno uno costantemente a disposizione del bambino, per esempio appoggiato a terra vicino al box o nella zona in cui comincia a muoversi. Il bambino da un certo momento in poi comincerà ad osservare il suo “simile” con curiosità, toccandolo e leccandolo, dopo un po’ si accorgerà che quelli che vede riflessi non sono “un altro bambino e un’altra mamma”, ma sono proprio lui e la sua mamma.

Lo specchio è importantissimo anche per favorire la comparsa di un prerequisito fondamentale per lo sviluppo complessivo e del linguaggio: l’imitazione, che, se proposta in questo modo, può riguardare anche i movimenti del viso e soprattutto della bocca (giocando a fare le boccacce, a muovere la lingua…). Ciò è molto utile per migliorare il controllo motorio al livello dell’apparato fonoarticolatorio.

I giochi di imitazione e con le regole

Il gioco è un importante strumento che il bambino spontaneamente utilizza per compiere questo percorso di conoscenza della realtà, che sarà tanto più rapido quanto più nel gioco il bambino può ripensare e riprodurre le azioni che ha vissuto come soggetto, oggetto o osservatore. Poiché il bambino piccolo ha una visione molto egocentrica del mondo, lo interesseranno maggiormente quei giochi in cui può riprodurre le azioni che ha subito (essere lavato, imboccato e così via) o che ha compiuto in prima persona, solo in un secondo tempo sarà interessato a quelle che ha osservato dall’esterno.

L’importanza del gioco simbolico per tutti i bambini, quindi anche per i maschi, è già nota da tempo, non a caso negli asili nido e scuole materne sono presenti un numero elevato di spazi e giocattoli idonei  come l’angolo della casa,la cucina, le bambole, il banco degli attrezzi…

Attività di recitazione e filastrocche

Recitate anche molte filastrocche. Le filastrocche contengono ritmi e rime, abilità che aiutano lo sviluppo della parola e del linguaggio. Ricordate di rinforzare sempre il lessico man mano che il bambino cresce, quindi non serve semplificare le frasi e utilizzare spesso le stesse parole, in modo che così anche se non le sente bene le impari. Fare il teatrino con le marionette mentre si usa il labiale per accompagnare lo spettacolo è molto divertente per stimolare l’apprendimento dei bambini ipoudenti.

Emotion Crafts per i bambini con problemi di udito

Le persone con problemi di udito hanno talvolta difficoltà nell’esprimere le loro emozioni. Ci sono molti modi per insegnare ai bambini ipoudenti come leggere ed esprimere le loro emozioni. Ad esempio, i bambini possono ritagliare immagini che esprimano le loro emozioni dalle riviste e semplicemente incollarle su cartelloni. Un’altra idea è insegnare loro i colori che descrivono le emozioni, come blu per i sentimenti tristi, rosso per passione e rabbia e così via.

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