4 cose da sapere sull’episiotomia: cos’è, perché si pratica, quando si può evitare

di Elisa Malizia


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Le future mamme, specie quando si tratta del primo figlio, hanno molti timori circa il parto, il suo svolgersi e le complicazioni che possono nascere. L’episiotomia è uno dei crucci delle partorienti: molte donne, infatti, non hanno molto chiara la procedura, quando viene praticata e le conseguente dell’intervento stesso. Vediamo allora di capire nel dettaglio cos’è, perché si pratica e quando possiamo evitare l’episiotomia durante il parto.
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Episiotomia: cos’è? È una piccola incisione che si effettua  sui muscoli del perineo (la zona compresa tra la vagina e il retto); quando la testa del nascituro appare, il medico ginecologo stabilisce se è il caso o meno di praticare l’incisione, per favorire il parto ed evitare traumi e lacerazioni. L’episiotomia viene poi suturata come una normale ferita operatoria.
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Episiotomia: perché si pratica? Si pratica perché il piccolo taglio favorisce l’espulsione quando il bambino ha la testa particolarmente grande, oppure se è in posizione podalica. L’episiotomia viene praticata anche quando durante il parto naturale è necessario usare il forcipe, oppure se la conformazione del perineo stesso della mamma necessita di questa incisione. Un tempo questa pratica era routine durante il parto naturale. Oggi viene usata solo in caso di necessità effettiva.
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Episiotomia: quali sono le conseguenze? Questa incisione, per quanto piccola, porta dei fastidi non indifferenti alla madre, per questo i medici più preparati cercano di evitarla. La ferita tende a cicatrizzare molto lentamente: la prima settimana risulta particolarmente dolorosa anche per via della posizione stessa del taglio. Inoltre può portare ad una temporanea incontinenza fecale e urinaria, dare problemi di postura e rendere difficoltosi i rapporti sessuali, per i quali è bene aspettare almeno un mese dopo il parto. È importante, poi, curare l’igiene della zona per evitare infezioni, ma è meglio non strofinare per asciugare: meglio tamponare con delicatezza, usando un panno dedicato solo a questo, oppure usare l’asciugacapelli, aria non troppo calda e potenza minima.
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Episiotomia: quando è evitabile? La comunicazione con il ginecologo è fondamentale, se volete evitare l’episiotomia. Alcuni medici, infatti, la praticano abitualmente, dunque confrontatevi con chi vi assisterà al parto. Informatevi con attenzione e scegliete centri che permettano di partorire anche in posizioni e modalità alternative (in acqua, ad esempio). Inoltre, durante la gravidanza (ma anche prima, è sempre utile!) praticate i cosiddetti esercizi di Kegel, che rafforzano la zona del basso ventre e tonificano il pavimento pelvico.
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