Che si tratti di aggiungerlo a un risotto o ad un semplice uovo al tegamino, il tartufo nero deve essere mangiato fresco o, nella migliore delle ipotesi, conservato nella giusta maniera.
Ma come conservare il tartufo nero in modo che sia sempre prelibato?
Diciamo subito che, trattandosi di un fungo, il tartufo nero non ama l’acqua nè la totale asportazione delle parti terrose che lo ricoprono. Il motivo è semplice: il tartufo è vivo e quindi assorbe acqua in grande quantità, tendendo a marcire ma, anche, a rigenerarsi in presenza del suo “involucro” di terriccio, umidità e scorza.
Ci sono diversi modi per conservare il tartufo nero che, a differenza di quello bianco, si conserva di più nel tempo.
Ogni metodo si differenzia per la capacità di mantenere pressocché inalterate le proprietà organolettiche di questo fungo e di preservarne l’aroma.
Se avete dei tartufi neri freschi e volete conservarli in modo che siano mangiati nel giro di 7-10 giorni, il metodo migliore è quello del cotone o della carta.
Questo metodo è il più utilizzato per conservare i tartufi neri per tempi più lunghi, ovvero per 6-7 mesi.
Ecco come si fa:
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