E’ inutile accanirsi nella ricerca, se il punto G non si trova è perché, molto semplicemente, non esiste. A sentenziare la possibile fine di un mito è proprio un team di ricercatori americani, che analizzando un vasto numero di studi pubblicati negli ultimi 60 anni, hanno provato a fare chiarezza sulla presenza di un “interruttore del piacere” nell’organo sessuale femminile.
L’obiettivo era di mettere fine ad una lunga querelle scientifica, e la conclusione in breve è questa:”Misure investigative obiettive non sono riuscite a produrre un’evidenza forte e consistente dell’esistenza di una regione anatomica correlabile al famoso punto G“.
In poche parole il magico pulsantino frutto del piacere sotto le lenzuola, o meglio la sua presunta esistenza, non avrebbe nulla di scientifico, nonostante tutta una serie di aneddoti che ne proverebbero la potenziale esistenza.
Il giallo comunque non si chiude qui, poiché, sebbene non siano state trovate prove inconfutabili circa la sua esistenza, esistono report e testimonianze dirette circa la presenza di un’area particolarmente sensile nell’apparato genitale femminile, tali da richiedere ulteriori analisi.
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