Benessere

La lebbra esiste ancora? Una malattia del passato che fa paura a molti

Contrariamente a quanto molti credono, la lebbra esiste ancora e rappresenta un problema di salute pubblica in molte nazioni. Domenica 26 gennaio sarà l’occasione per celebrare la 72° Giornata Mondiale dei malati di Lebbra e per parlare a fondo di questa malattia che fa ancora paura.

Sebbene curabile, la diffusione della malattia colpisce soprattutto Paesi con sistemi sanitari fragili, come quelli in Asia, Africa e America Latina. Qui, condizioni socioeconomiche precarie ostacolano la prevenzione e la diagnosi precoce, elementi cruciali per il controllo della malattia.

La lebbra, o Malattia di Hansen, è inclusa nella lista delle Malattie Tropicali Neglette (MTN) dell’OMS. Nel 2023, sono stati segnalati 182.815 nuovi casi a livello globale, un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, evidenziando una crescita preoccupante. Le persone affette subiscono spesso disabilità ed emarginazione sociale, aggravando il loro disagio in contesti già difficili.

Dove la lebbra colpisce di più

L’India è il Paese con il maggior numero di casi registrati nel 2023, con 107.851 diagnosi. Seguono Brasile e Indonesia, rispettivamente con 22.773 e 14.376 casi. Altri Paesi colpiti includono Bangladesh, Etiopia, Filippine, Madagascar e Myanmar. A livello regionale, l’Asia è l’area più colpita, con oltre 130.000 diagnosi, seguita dalle Americhe e dal Pacifico Occidentale.

Nonostante una lieve riduzione in Africa e nel Mediterraneo Orientale, l’impatto globale della malattia resta significativo. I dati mostrano un aumento delle diagnosi di gravi disabilità, spesso causate da diagnosi tardive, che coinvolgono anche bambini. Nel 2023, oltre 10.000 minori sono stati diagnosticati, confermando la persistenza della trasmissione attiva.

I sintomi della lebbra

La lebbra si manifesta inizialmente con sintomi lievi che possono rendere difficile una diagnosi precoce. Tra i sintomi principali si riscontrano macchie cutanee di colore chiaro o rossastro, spesso insensibili al tatto, al calore o al dolore.

Queste lesioni possono essere accompagnate da noduli o gonfiori sulla pelle. Altri segnali includono la perdita di sensibilità nelle mani e nei piedi, debolezza muscolare e ispessimento dei nervi periferici, che possono risultare dolorosi al tatto.

Nei casi avanzati, possono comparire ulcere cutanee, deformità fisiche e disabilità permanenti, causate dal danneggiamento dei nervi. La diagnosi tardiva aumenta il rischio di complicazioni gravi, rendendo fondamentale riconoscere questi sintomi il prima possibile per avviare un trattamento tempestivo.

Come si cura la lebbra oggi

La lebbra è curabile grazie alla polichemioterapia (PCT), introdotta dall’OMS nel 1981. Questo trattamento gratuito, basato su tre farmaci, rende i pazienti non contagiosi e contribuisce al controllo della diffusione.

Nei casi avanzati, sono disponibili terapie complementari come fisioterapia e chirurgia correttiva. L’OMS ha sviluppato una Strategia globale per il controllo delle MTN, mirata a zero trasmissioni, disabilità e discriminazioni entro il 2030. Tra le novità, vi sono una maggiore attenzione alla sorveglianza epidemiologica e all’inclusione delle persone colpite da stigma sociale.

L’obiettivo finale è una significativa riduzione dei casi globali e il contributo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, promuovendo la salute universale e riducendo le disuguaglianze.

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