Assisi, culla di spiritualità e meta di pellegrini, si trova al centro di una vicenda che mescola fede, giustizia e il lato oscuro del web. Il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha sporto una denuncia contro ignoti dopo aver scoperto che alcune reliquie attribuite al beato Carlo Acutis sono finite all’asta su internet. Tra queste, i capelli del giovane milanese, autenticati dalla Postulazione, hanno già raggiunto un valore superiore ai 2.000 euro, scatenando un’indagine della Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone.
Per capire l’entità della vicenda, bisogna partire da lui: Carlo Acutis, un adolescente lombardo morto a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante. Nato a Londra nel 1991 e cresciuto a Milano, Carlo era un ragazzo normale – studente, sportivo, appassionato di tecnologia – ma con una fede straordinaria. Utilizzava internet per diffondere il Vangelo, guadagnandosi il soprannome di “patrono di internet”. Beatificato il 10 ottobre 2020, il suo corpo riposa nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, donato dalla famiglia alla diocesi. La sua canonizzazione, fissata per il Giubileo degli Adolescenti, lo renderà il primo santo della generazione digitale. Ma ora, a un mese dall’evento, la sua memoria è offuscata da un’asta online che ha fatto scattare l’allarme.
Tutto è iniziato quando monsignor Sorrentino ha notato un annuncio su un sito di e-commerce, probabilmente eBay: “Relic reliquary del Beato Carlo Acutis ex capillis con certificato”. L’oggetto? Presunti capelli del beato, messi in vendita da un utente anonimo nascosto dietro un nickname. L’asta, con scadenza fissata per mercoledì 26 marzo, ha attirato 17 offerte, portando il prezzo a 2.110 euro. Ma non è un caso isolato. Sul web circolano anche altre reliquie attribuite ad Acutis, oltre a frammenti di tunica di San Francesco, foglie del roseto francescano e persino polveri di santi umbri. “Su internet c’è un mercatino di reliquie che riguarda vari santi, come il nostro Francesco, con tanto di prezziario. Una cosa impossibile da accettare,” ha dichiarato il vescovo all’ANSA, con un tono che tradisce indignazione e preoccupazione.
Sorrentino non ha esitato. Dopo aver verificato l’esistenza dell’asta, ha contattato la polizia e presentato un esposto alla Procura di Perugia. “Ne abbiamo chiesto il sequestro” ha spiegato. “Non sappiamo se le reliquie siano vere o false – aggiunge – ma se fosse anche tutto inventato, se ci fosse l’inganno, saremmo in presenza, oltre che di una truffa, anche di una ingiuria al sentimento religioso”. La denuncia non si limita ai capelli di Acutis: la diocesi ha riscontrato un vero e proprio commercio online di oggetti sacri, un fenomeno che viola il Diritto Canonico. “Le reliquie vengono date attraverso i vescovi gratuitamente. Al massimo si fanno offerte al santuario da cui provengono. È una prassi che risale ai primi secoli della nostra storia”, ha sottolineato il presule, evidenziando come questo mercato rappresenti una “grande offesa” alla fede.
La palla è ora nelle mani della Procura di Perugia, diretta dal procuratore Raffaele Cantone, noto per il suo rigore nelle inchieste. Gli accertamenti sono stati avviati immediatamente, con la polizia postale al lavoro per identificare il venditore e verificare l’autenticità delle reliquie. Il certificato citato nell’annuncio, firmato dalla Postulazione che promuove la causa di canonizzazione, solleva interrogativi: è autentico o è stato contraffatto? La Chiesa è chiara: per essere considerate vere, le reliquie devono avere un sigillo in ceralacca e un documento ufficiale. Al momento, l’annuncio è sparito dal web – “Ne abbiamo chiesto il sequestro”, conferma Sorrentino, ma il danno è fatto, e il caso rischia di alimentare polemiche a ridosso di un evento storico
Il 27 aprile 2025, Piazza San Pietro ospiterà la cerimonia che proclamerà Carlo Acutis santo, nell’ultimo giorno del Giubileo degli Adolescenti. Papa Francesco, che ha riconosciuto un miracolo attribuito al beato nella primavera scorsa, potrebbe presenziare, anche se la sua salute resta incerta. “Sono fiducioso che il Santo Padre, dato il grande affetto per questa causa, non si lascerà sfuggire l’opportunità” ha detto Sorrentino. Ma l’ombra dell’asta online rischia di offuscare un momento di gioia per la Chiesa. La diocesi di Assisi, che custodisce il corpo di Acutis dal 2019, si prepara a un afflusso di pellegrini, mentre la Postulazione lavora per garantire che la memoria del giovane resti intatta.
Questo scandalo solleva domande più grandi: come conciliare fede e tecnologia nell’era di internet? Può un simbolo di purezza come Carlo Acutis diventare vittima di un sistema che mercifica il sacro? Per ora, la comunità religiosa attende risposte dalla giustizia, mentre il vescovo Sorrentino lancia un monito: “Dietro internet si celano tante insidie. Questo tipo di commercio non va assecondato”. La vicenda di Assisi è un richiamo a proteggere ciò che è santo, in un mondo dove anche la devozione può avere un prezzo.
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