Bambini con il cellulare
Niente cellulare ai figli al di sotto dei 12 anni. La sfida è già partita città d’Italia e riceve sempre più consensi. Lo scopo è aiutare i giovanissimi ad accedere con consapevolezza e regole al mondo digitale, attendendo che arrivino almeno alla seconda media per avere smartphone e telefonini.
È già successo in Friuli-Venezia Giulia, dove a Gemona un gruppo di genitori ha avviato il primo progetto in rete, poi a Vimercate, in Lombardia, quindi l’iniziativa è approdata a Ponte delle Alpi (Belluno), in Veneto.
A Ponte delle Alpi sono coinvolti una cinquantina di genitori e, adesso, le Scuole in Rete promuovono il “Patto di comunità per il benessere digitale dei bambini e dei ragazzi” ad un pubblico più vasto. Alex Fagro, uno dei genitori coinvolti, spiega: “Tutto è partito da un incontro delle Scuole in Rete del novembre 2021. Da allora è iniziato un percorso che ha visto la partecipazione prima di un gruppo ristretto che poi si è gradualmente allargato fino a coinvolgere, dal gennaio di quest’anno, una cinquantina di genitori“.
Quindi Fagro precisa: “Intendiamo chiarire un punto: non vogliamo trasmettere messaggi negativi, ma positivi. Cioè: noi non siamo contro la tecnologia, che va bene e va usata; ma proporne un utilizzo sano ed equilibrato”. Il punto di forza è proprio fare rete: quanti più genitori condividono il Patto, tanto più l’idea acquista credibilità tra i ragazzi.
I genitori che hanno deciso di aderire all’iniziativa, hanno sottoscritto cinque regole: promuovere momenti di educazione digitale per adulti e ragazzi; far accedere i figli solo a contenuti digitali adeguati all’età; consegnare ai figli uno smartphone personale connettibile alla rete non prima della fine della seconda media e, una volta consegnato lo smartphone, utilizzare i devices in modo trasparente almeno fino ai 14 anni; stabilire e condividere in famiglia delle regole chiare per l’utilizzo dello smartphone.
Le regole interne vengono decise autonomamente da ciascuna famiglia, come ad esempio non usare il cellulare a tavola. Naturalmente, valgono anche per gli adulti. A rafforzare la necessità di fare rete, sono dettagli pratici: il patto tra le famiglie è necessario, per evitare che ci siano esclusioni dalle chat.
“Abbiamo deciso”, aggiunge Alex Fagro, “di cercare di fare rete tra genitori per aiutarci nell’educazione al mondo digitale. L’accesso dei nostri figli a Internet oggi è sempre più precoce e questo può generare delle difficoltà oltre alle indubbie risorse da sfruttare”.
“Cercare un approccio più sano e responsabile è difficile per un singolo genitore, perché dare un certo tipo di limiti al proprio figlio può essere fonte di esclusione dal gruppo dei pari”.
La diffusione dei cellulari tra i giovanissimi, è un fenomeno sempre più frequente. Uno studio rivela che già in quinta elementare sono tanti i bimbi con un telefonino, che raggiungono la quasi totalità della popolazione scolastica in prima media.
“Stiamo lavorando soprattutto con le famiglie delle scuole elementari. Non è un no assoluto e incondizionato, sia chiaro. I nostri figli, pur non avendo ancora un proprio smartphone, utilizzano magari il tablet dei genitori o dei nonni. L’importante è che il processo avvenga con i giusti tempi e nel modo giusto”, conclude Fagro.
Foto: Depositphotos.com.
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