La Papessa Giovanna, figura leggendaria che avrebbe occupato il soglio pontificio nell’IX secolo sotto il nome di Giovanni VIII, rappresenta uno dei misteri più controversi della storia della Chiesa cattolica. Secondo la tradizione, una donna, travestita da uomo, sarebbe salita al papato per poi essere smascherata durante una processione. Sebbene oggi gli studiosi considerino la storia un mito medievale, la sua persistenza nella cultura popolare e nei dibattiti accademici ne fa un simbolo di intrighi ecclesiastici e di tensioni di genere nella Chiesa.
La storia della Papessa appare per la prima volta nel XIII secolo, in particolare nella Cronaca universale di Jean de Mailly, un frate domenicano. Egli narra di una donna colta, nata a Magonza, che, sotto il nome di Giovanni l’Inglese, avrebbe studiato a Roma, scalato le gerarchie ecclesiastiche e raggiunto il papato nell’855. La vicenda culmina con una tragedia: durante una processione, la Papessa, incinta, partorisce, rivelando il suo sesso. La folla, infuriata, la lapida. Un’altra versione, riportata da Martino Polono, colloca l’evento nell’858 e attribuisce alla Papessa il nome di Agnes.
Le cronache successive amplificano la storia. Boccaccio, nel De mulieribus claris, descrive la Papessa come una figura erudita ma ingannevole. Nel XIV secolo, la leggenda si diffonde in Europa, ispirando miniature, dipinti e racconti popolari. Alcuni testi, come il Liber Pontificalis apocrifo, suggeriscono che il papato della donna durò due anni, sette mesi e quattro giorni. Tuttavia, le varianti differiscono: alcune collocano la vicenda nell’XI secolo, altre parlano di una condanna al rogo anziché alla lapidazione. La mancanza di documenti contemporanei all’IX secolo alimenta i dubbi sulla veridicità della storia.
La Chiesa cattolica ha sempre negato l’esistenza della Papessa Giovanna. Nel XVI secolo, con la Riforma protestante, la leggenda diventa un’arma polemica contro il papato. I protestanti, come John Bale, la usano per denunciare la corruzione della Chiesa, mentre i cattolici, come Onofrio Panvinio, la dichiarano una falsità. Nel 1601, Papa Clemente VIII vieta ogni discussione sulla Papessa, definendola una leggenda eretica. Studi moderni, come quelli dello storico Alain Boureau, dimostrano che la storia emerge in un contesto di satire medievali contro il clero, prive di fondamento storico.
La figura della Papessa trascende il dibattito storico. Per alcuni, rappresenta un simbolo di emancipazione femminile, una donna che sfida le strutture patriarcali della Chiesa. Per altri, è una critica alla fragilità del sistema ecclesiastico, incapace di riconoscere un inganno. La leggenda ispira opere letterarie, come il romanzo La Papessa di Donna Woolfolk Cross, e film, come Pope Joan del 2009. Nel tarocco, la carta della Papessa simboleggia saggezza e mistero, un’eco della sua aura enigmatica.
Un elemento intrigante della leggenda riguarda il presunto rito della sedia. Secondo alcune fonti, dopo lo scandalo della Papessa, i Papi venivano sottoposti a un controllo fisico su una sedia bucata, la sedia stercoraria, per verificarne il genere. Gli storici, però, smentiscono: le sedie, conservate a Roma, servivano per le incoronazioni, non per esami. Un altro aneddoto vuole che il percorso delle processioni papali evitasse la Via Sacra, dove la Papessa sarebbe stata smascherata, ma anche questa tradizione manca di prove.
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