Chiara e Giulia Tramontano
“I sensi di colpa te li porti dietro per sempre. Non c’è niente della mia vita che non mi riporti continuamente lì, a mia sorella uccisa”.
In un’intervista al Corriere della Sera, Chiara Tramontano — sorella di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 dal compagno Alessandro Impagnatiello mentre era incinta al settimo mese del piccolo Thiago, atteso per luglio — racconta il suo dolore e la sua battaglia per la memoria. Chiara, 28 anni, ricercatrice nei Paesi Bassi, ha scritto un libro dal titolo “Non smetterò mai di cercarti – Ogni parola è un passo verso di te, Giulia”, in uscita oggi per Cairo Editore.
“Il fantasma del senso di colpa è diverso per ciascuno di noi, ma viene a trovarci tutti, a turno – ha raccontato – Io e Giulia nell’ultimo mese avevamo litigato. Non ci parlavamo da quando mi aveva detto che sarebbe andata a Ibiza con Alessandro. Venivano da un periodo di conflittualità, Giulia si era confidata con me e sapeva che in quella relazione non c’era nulla da salvare. Ma ha accettato quel viaggio per ‘ricucire’, senza confrontarsi con me. Mi sono arrabbiata e lei mi ha risposto che la vita era sua”.
Chiara Tramontano sostiene di avere compreso solo adesso che Impagnatiello, condannato all’ergastolo “fosse malvagio”.
“Ora so che, quando ci siamo visti per l’ultima pizza a marzo, aveva già iniziato ad avvelenare mia sorella: ha mangiato accanto a mio padre mentre stava cercando di uccidergli la figlia e il bambino che aspettava. Per me è un essere immorale, non chiamatelo essere umano”, ha detto.
Vedere Impagnatiello a ogni udienza “a un passo da noi” è stata la cosa più difficile del processo di primo grado. “Se posso fare un appello, vorrei che gli assassini non partecipassero ai processi. Come può un sistema giudiziario permettere che l’assassino sieda senza manette accanto alla famiglia della vittima? Io sono spesso entrata da un varco senza metal detector: avrei potuto anche presentarmi armata. C’è stato un momento in cui ci siamo sfiorati entrando in aula. Non ne vado fiera, ma ho passato in rassegna tutti i modi in cui avrei potuto fargli provare una piccola parte della sofferenza che ha inflitto a mia sorella. Gli ho solo rivolto uno sguardo di sfida e volevo che lui mi guardasse, ma ha tenuto gli occhi a terra. Ho provato una frustrazione che non era violenza, ma sconfitta umana”, ha detto.
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