Addio a Lina Wertmuller, la prima donna regista candidata agli Oscar

di Redazione


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Si è spenta nella notte, all’età di 93 anni, la regista romana Lina Wertmuller. Tra i suoi principali successi cinematografici che segnarono la storia della commedia italiana: Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, Pasqualino settebellezze (per il quale, nel 1977, fu la prima donna regista candidata all’Oscar) e Mimì metallurgico, segnando la storia della commedia italiana. Lo scorso anno aveva ricevuto il premio Oscar alla carriera e nel 2019 la stella sulla Walk of Fame di Hollywood.

LA CARRIERA DI LINA WERTMULLER

Lina Wertmuller era nata nella capitale il 14 agosto 1928. Di origine aristocratiche e svizzere, era sposata allo scenografo Enrico Job.

Le amicizie e gli incontri nella vita della Wertmuller sono state indispensabili e fondamentali per la sua carriera.

Sui banchi di scuola conosce Flora Carabella che, qualche anno più tardi diventerà la moglie di Marcello Mastroianni (con lui e Sophia Loren girerà nel 1978 Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici, pellicola che vanta il guiness dei primati come titolo più lungo nella storia del cinema), tra i suoi attori-icona accanto a Giancarlo Giannini.

Ancora adolescente la giovane Lina frequenta il mondo del cinema e del teatro, si iscrive all’Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, anima un teatro di burattini, collabora all’inizio con Guido Salvini, Giorgio De Lullo, Garinei e Giovannini, lavora in radio e televisione, firma la prima Canzonissima e il Giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista in abiti maschili.

Lina Wertmuller.

Lina Wertmuller.

La sua prima apparizione sul grande schermo è del 1953 nel ruolo di segreteria di edizione con … e Napoli canta! di Armando Grottini, seguirà poi La dolce vita felliniana come aiuto regista. Il vero esordio è targato 1963 con I basilischi, girato tra la Basilicata e la Puglia, Vela d’argento al Festival di Locarno, mentre nel ’68 sotto un ‘nom de plume’ (Nathan Witch) dirige un western all’italiana Il mio corpo per un poker con un’affascinante Elsa Martinelli.

Il suo primo, grande successo nel 1972, Mimì metallurgico ferito nell’onore, in cui per la prima volta fa coppia artistica con il suo protagonista per eccellenza, Giancarlo Giannini. Il film ha un travolgente successo in sala e si guadagna l’invito al festival di Cannes.

Arriva un’accentuazione dei temi storici e politici che percorrono gli anni ’80 (da La fine del mondo… e Fatto di sangue tra due uominifino a Notte d’estate…). Dall’inizio degli anni ’90 conosce un nuovo successo scommettendo su attori che plasma e trasforma secondo il suo gusto personale. Ecco allora il sodalizio con Sophia Loren per portare in TV un riuscito adattamento di Sabato, domenica e lunedì da Eduardo e quello con Paolo Villaggio per Io speriamo che me la cavo dal romanzo-verità di Marcello D’Orta.

Ritorna due volte a fare coppia fissa con l’amica Loren, tenta l’affresco storico con Ferdinando e Carolina, rivisita i suoi personaggi tipici aggiornandoli con volti nuovi come Veronica Pivetti o Claudia Gerini.

È sempre più attratta dalla cultura partenopea tanto da meritarsi la cittadinanza onoraria di Napoli e da debuttare al Teatro San Carlo con una felice regia della Carmen di Bizet. Si diverte anche in veste di doppiatrice per Mulan o come esponente dei “poteri forti” in Benvenuto Presidente di Riccardo Milani.

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