Pane capovolto a tavola, perché non va mai messo così?

di Manuela Zanni


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Se, da bambini, vi fosse capitato di aiutare la nonna a portare il pane a tavola e vi fosse capitato di metterlo capovolto, la nonna lo avrebbe subito rimesso nel verso giusto dicendovi: “se metti il pane capovolto piange Gesù”. Questa affermazione, in realtà, ha una storia che vale la pena di conoscere.

 

Perché  non si mette il pane capovolto a tavola?

Secondo la tradizione il pane sottosopra è portatore di grande sventura, di disprezzo. Una mancanza di rispetto verso gli altri commensali. Non solo non può essere appoggiato capovolto il pezzo di pane, non può neanche essere porto sottosopra a qualcun altro. Ma da dove viene questa superstizione?

Il motivo religioso

Ci sono due risposte, una legata alla religione, l’altra alla storia. La via religiosa è di facile intuito: il pane è il “Corpo di Cristo” e il corpo di Gesù non si può offrire capovolto.

Il motivo storico

Da circa 5000 anni il pane scandisce la vita degli esseri umani e a causa di questo alimento sono scoppiate guerre, sommosse, rivoluzioni. L’insurrezione a causa del prezzo del pane è un argomento ancora attualissimo e non riguarda solo le ricostruzioni della Rivoluzione Francese e del periodo di Maria Antonietta.Basti pensare che la Primavera Araba, la serie di rivolte che hanno coinvolto l’Africa Mediterranea e il Medio Oriente nel 2010, ha tra le cause scatenanti l’aumento del prezzo del grano e del pane.

La via storica ci porta direttamente nella Francia Medievale e al codice segreto dei fornai che è legato alla storia del pane sottosopra Il pane è un alimento che ha contraddistinto la storia dell’uomo fin dalla scoperta della lievitazione.  Il pane è un alimento sacro e i panettieri sono visti come “sacerdoti” in molte culture. C’è un codice segreto tra i fornai, nato nelle lunghe ore di solitudine, nella notte, che solo chi lavora quando gli altri dormono può capire. Tra le regole più affascinanti di questo codice non scritto c’è quella del pane capovolto, il cosiddetto “Pane del Boia”. La storia trova le sue origini a metà ‘400 in Francia ai tempi di  Carlo VII, il Re Vittorioso, un sovrano che ha attuato una politica interna molto dura.

Tra le leggi del monarca era molto in voga la pena di morte: il re attuò ai tempi una campagna di reclutamento di boia importantissima. Persone comuni che all’improvviso si sono trovate con un’ascia in mano e con il disprezzo dei parigini. Quest’odio veniva mostrato dai fornai che preparavano un pane di bassissima qualità per i boia. Per salvare la propria manovalanza Carlo VII emanò un decreto che, sostanzialmente, invitava i panettieri a trattare tutti i clienti allo stesso modo e che se non avessero accettato il boia come cliente, sarebbero diventati loro clienti del boia. I panettieri accettarono di malavoglia questo editto ma in segno di protesta porgevano il pane capovolto al boia e il monarca, per trovare una soluzione  al problema, escogitò una soluzione ingegnosa che passerà alla storia: i boia “avrebbero lavorato” incappucciati, così da non essere riconosciuti.

 

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