Giocattoli e società: le Barbie ispirate al Covid e all’uguaglianza

di Manuela Zanni


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Tailleur nero, camicetta bianca, lunghi capelli rossi e occhialoni da intellettuale. Così veste la nuova Barbie, l’iconica bambola californiana che Mattel, l’azienda che la produce dal 1959, ha dedicato a Sarah Gilbert, la scienziata dell’Università di Oxford che ha co-inventato la formula del vaccino contro il Covid-19 prodotto da AstraZeneca.

La reazione di Sarah Gilbert

Non è la prima volta che la ricercatrice, 59 anni, originaria del Northamptonshire, viene celebrata per il prodotto salvavita messo a punto nei laboratori dell’Istituto Jenner. A giugno, durante gli Internazionali di tennis di Wimbledon, la donna si è vista dedicare una sontuosa standing ovation allo stadio; pochi giorni prima era stata pure insignita dalla regina Elisabetta del titolo nobiliare di “dama”. L’idea di aver prestato la sua immagine a una bambola, amata da milioni di bambine in tutto il mondo, le è parsa all’inizio davvero «molto strana».

Poi, però, ha spiegato in un’intervista alla Bbc,  ha pensato che possa ispirare una carriera nell’ambito delle scienze, suggerendo percorsi che i bambini neppure conoscono. La Barbie ispirata alla ricercatrice eroina rappresenta per il colosso dei giocattoli un «riconoscimento ai sacrifici affrontati da coloro che lavorano in prima fila» contro la pandemia.

Le Barbie dedicate al Covid 

Accusata in passato di aver stereotipato l’immagine della donna in una bambola dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi blu, l’azienda, va precisato, ha proposto oltre alla vaccinologa altre cinque Barbie dedicate a personaggi femminili che si sono distinti nell’ambito delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica: due operatrici sanitarie americane, Amy O’Sullivan e Audrey Cruz, l’attivista canadese Chika Stacy Oriuwa, la ricercatrice biomedica brasiliana Jaqueline Goes de Jesus e il medico australiano Kirby White.

Barbie per tutti i gusti

Le Barbie-scienziate allargano la gamma delle professioni (circa 200) e dei look proposti alle bambine, arrangiati anche rispetto alle diverse etnie. Non solo vestiti da sogno per ogni occasione, insomma, ma anche tute da astronauta, divise da vigile del fuoco, giacche da pilota di aerei, completini da maratoneta modello Dina Asher-Smith.

Ma non è tutto. C’è anche una Barbie dedicata a Sara Gama,  capitana della Nazionale femminile e della Juventus  per “Dire alle ragazzine che possono diventare ciò che vogliono. Mi ha fatto sorridere quando mi hanno proposta questa cosa, perché da piccola preferivo giocare a calcio anziché giocare con le bambole. Ma la cosa bella è che questa barbie è diventata un messaggio. E’ stato come un cerchio che si chiude” ha commentato la giovane atleta.

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