Gianni Morandi in rosa nel suo videoclip: “Sponsorizzi il Ddl Zan?”

di Alice Marchese


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“Magari bastasse un vestito. Mi vestirei di rosa tutti i giorni. Un bacio”. Il commento di Gianni Morandi ha scatenato innumerevoli mi piace e il clamore della sua community. Il nuovo videoclip “L’Allegria” di Gianni Morandi con Lorenzo Jovanotti e Valentino Rossi è finalmente uscito e vede il cantante indossare un abito rosa mentre intona la sua hit.  Nel video ci sono numerosissimi riferimenti alla cultura western e alla musica pop. Sul palco da fiera c’è appunto Gianni Morandi con un abito rosa e il braccio ancora fasciato, unico ricordo dell’incidente avvenuto a marzo, quando è caduto in mezzo alle fiamme mentre bruciava delle sterpaglie.

Gianni Morandi vestito di rosa: è subito polemica

Uno degli aspetti che ha colpito l’attenzione di più è stato il suo completo e soprattutto il colore. Dal suo profilo Facebook, in un post Gianni Morandi ha citato Nick Cerioni, lo stylist che ha proposto la camicia nera con giacca e pantaloni rosa acceso per girare il videoclip. Nel post social, il cantautore 76enne ha scritto: “Con questo abito ho girato il video de “L’Allegria”. Come mi sta?”

Gianni Morandi e il Ddl Zan

Ha risposto alla domanda la signora Anna, la quale ha collegato il vestito al Ddl Zan:
L’ho notato ieri, Gianni. In silenzio, con pacatezza, stai dando una mano all’approvazione del ddl Zan? Per ribadire che contano le persone e non le differenze di genere?
Commento difficile da inquadrare, ma la risposta di Gianni Morandi impeccabile.  “Anna, magari bastasse un vestito. Mi vestirei di rosa tutti i giorni. Un bacio”.
Una frase semplice e concisa, che ha guadagnato in nemmeno 24 ore oltre quattro mila like.

Le risposte sono molteplici. C’è chi dà ragione a Gianni Morandi, chi invece richiede che non venga citato il Ddl Zan. In realtà la polemica è nata per il colore del completo che si pensava fosse collegata a quanto sta accadendo per ora con la proposta di legge Zan.

Che cos’è la Legge Zan

La Legge Zan può essere il primo passo verso la tanto agognata rivoluzione culturale del Paese. Bisogna mettere al centro l’idea di educare le nuove generazioni a un’affettività più sana e inclusiva, perché non esiste una normalità e tantomeno esistono forme di sessualità normativa.

Introduce nuovi reati, istituisce la giornata nazionale contro la discriminazione e stabilisce la creazione dei centri di tutela delle vittime delle discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

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