Bambini e noia, i pro e i contro per la loro crescita

di Claudia Scorza


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Ma quanto fa bene tutta questa pianificazione del tempo libero dei bambini? Così facendo questo tempo tanto libero non è, e i nostri figli rischiano di non avere lo spazio e la possibilità di sentire ciò che desiderano veramente e ciò che vogliono o non vogliono fare, confondendo quello che amano davvero e ciò che, invece, è da fare perchè fa piacere ai genitori.

Molti esperti riconducono questa necessità di impegnare le giornate dei figli da parte di mamma e papà alla tendenza di evitare la noia perchè vista come depressiva e negativa per i propri figli. La noia diventa uno strumento che sottende altro, come il vuoto e la solitudine. Inoltre, avere le giornate impegnate sembra essere un modo per sentire che vi è una certa progettualità futura per i propri figli, in grado di farli sentire vivi e padroni delle proprie capacità e della propria esistenza.

Il pensiero che i bambini vivano un momento di noia è pesante e insostenibile per molti genitori perchè è come se sentissero che i bambini non siano capaci di affrontare la noia e le emozioni ad essa collegate. Spesso, poi, subentra anche la paura di un capriccio o di una lamentela da parte dei più piccoli che deve essere gestita immancabilmente dai genitori con un possibile senso di frustrazione da parte di entrambi.

Se ben gestita, la noia può essere molto utile per i bambini perchè, una volta adulti, saranno capaci di affrontare delle situazioni noiose con tutte le risorse a loro disposizione, senza indugio o senso di smarrimento. Capiterà che i bambini, per quanto possano avere le giornate programmate e strutturate, si trovino a fare i conti con una realtà quotidiana diversa da quella pianificata dai genitori che prevede anche momenti di pausa dove è importante “essere” e non “fare”. È necessario che il bambino dia importanza all’ascolto dei desideri individuali, organizzando il proprio tempo in base alle proprie esigenze e gestendo, in parte da solo a seconda dell’età, anche eventuali frustrazioni.

Sperimentare momenti di noia per un bambino significa crescere in modo sano e sereno, a contatto con il proprio sè e capendo ciò che si vuole o non vuole fare, evitando di proiettarsi solo nei consigli e nell’organizzazione degli altri. Il bambino ha bisogno di distinguere se stesso come qualcosa di separato dai genitori per trovare una sua dimensione, certo, senza essere lasciato talmente solo da percepire di valere poco sentendosi smarrito e in difficoltà.

La noia può essere uno stato d’animo necessario per crescere, il seme della creatività che, se lasciato libero di germogliare, è in grado di dare vita a idee e attività, con la consapevolezza di poter svuotare il cervello e potersi rilassare, invece di correre tra un impegno e l’altro avendo l’imbarazzo di scegliere se e cosa fare, magari decidendo poi di non fare nulla.

Se vostro figlio attraversa momenti di noia non allarmatevi inutilmente, non assalitelo con domande e proposte perchè il rischio potrebbe anche essere quello di far passare il messaggio che lui, in quel momento, sia sbagliato e che abbia qualcosa che non va. Spesso la noia anticipa un salto evolutivo che può essere gestito e guidato insieme ai genitori senza però pianificare la giornata in maniera rigida e stressante. Possiamo aiutare i nostri figli ascoltandoli e assecondando il malessere passeggero che la noia può portare semplicemente sdrammatizzando la situazione di disagio per far capire loro che la noia, come tutte le emozioni, fa parte della vita di tutti e che se la viviamo in modo naturale e spontaneo non è per niente negativa.

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